Supplemento al numero 3/2023
da l'altrapagina.it
Ideazione e coordinamento editoriale
Andrea Chioini
Direttore Responsabile
Antonio Guerrini
A Umbertide temperature in salita, popolazione in calo
Umbertide vista attraverso le lenti del Rapporto Ecosistema urbano Umbria che Legambiente si accinge a pubblicare per il terzo anno consecutivo:
le qualità ambientali costituiscono un piano di confronto culturale e, se necessario, anche di conflitto politico, perché no?
Ciò che conta è la crescita di consapevolezza nella cittadinanza di trovarsi ad un passaggio in cui le scelte delle comunità contano anche se la percezione immediata sfugge alla stragrande maggioranza delle persone.
Due elementi di questo cambiamento spiccano tra tutti:
- il surriscaldamento del Pianeta che, a Umbertide, significa un innalzamento della temperatura media annuale di 1,73 gradi centigradi (vedi);
- il calo demografico: nel decennio 2011 – 2021 la popolazione è scesa di oltre 500 unità.
Qualità ambientali per guardare al futuro
Di Andrea Chioini
Il rapporto di Legambiente, che per 30 anni ha preso in esame i capoluoghi di pro vincia italiani, si rivela uno strumento utile per le riflessioni, sempre più urgenti, sul futuro delle comunità.
In Umbria è stata elaborata la sua prima versione regionale che prende in considerazione i 15 comuni con più di 15mila abitanti.
Oltre a Umbertide: Assisi, Bastia Umbra, Castiglione del Lago, Città di Castello, Corciano, Foligno, Gubbio, Marsciano, Narni, Orvieto, Perugia, Spoleto, Terni, Todi.
Nell’ introduzione del Rapporto, tra l’altro, si legge: “L’insieme degli indicatori selezionati copre sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acqua, rifiuti, mobilità, suolo e territorio, energia per valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.
Gli indicatori di Ecosistema Urbano sono “normalizzati” impiegando funzioni di utilità costruite sulla base di obiettivi di sostenibilità.
In tal modo i punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano, in parolesemplici, il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che esiste almeno una città che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno degli indici considerati).
Per ciascun indicatore è costruita un’apposita scala di riferimento che va da una soglia minima (che può essere più bassa o più alta del peggior valore registrato) al di sotto della quale si ha un punteggio negativo, fino a un valore obiettivo (che può essere invece più alto o più basso del miglior valore registrato) che rappresenta la soglia da raggiungere per ottenere il punteggio massimo”. ◘
Le matrici ambientali e il loro peso
Umbertide (terza nella graduatoria regionale composta dalle località prese in considerazione da Ecosistema urbano Umbria) ha raggiunto quota112 punti nella prima edizione e 102,5 nella seconda.
Il risultato finale viene attribuito in base ai dati che originano da diverse fonti: nel calcolo ogni città parte da quota 100 a cui si sommano o si sottraggono i punteggi derivanti dei vari indicatori a seconda che siano sopra o sotto dei valori ritenuti ottimali. ◘
ARIA - Mancano le centraline di rilevamento Arpa
Un vero “buco nero” quello che riguarda le verifiche sulla qualità dell’aria:
Umbertide non è inclusa tra le località in cui l’Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpa) ha dislocato centraline di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico.
Un sistema che elabora un bollettino giornaliero su polveri fini e l’ozono; raccoglie dati su biossido di zolfo, biossido di azoto, ossido di carbonio la cui concentrazione media nell’arco dell’anno viene riportata nella relazione annuale con le “Valutazioni della qualità dell’aria in Umbria”. Qui sono reperibili ulteriori misurazioni su benzene, metalli (arsenico, cadmio, nichel, piombo), idrocarburi policiclici aromatici (Ipa). In alcuni casi possono venir misurate le diossine, su Pm10 e sulle deposizioni al suolo.
Un indicatore di grave disattenzione, ancor più pesante in vista della Direttiva europea che sta, seppur parzialmente, per recepire le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla relazione tra qualità dell’aria e danni alla salute.
Entro il 2030 il limite Ue scenderà a 45 microgrammi per metro cubo (μg/mc) mentre il “valori-obiettivo” dell’Oms non superano la soglia di 15 μg/mc per il PM 10. La concentrazione media annuale dovrà fermarsi a 20 μg/mc.
Tagliato anche il numero degli sforamenti ammessi: da 35 a 18 l’anno. L’Oms è ancora più drastica per le polveri fini PM2.5 di cui si abbassa la soglia di concentrazione media giornaliera a 15 μg/mc, per un massimo di 18 giornate di sforamento ammesse sui 12 mesi e una media annuale di 5 μg/mc.
Ecosistema urbano di Legambiente fa sue le indicazioni dell’Oms: il che produrrà un calo di punteggi per la terza edizione del rapporto regionale, annunciata per la fine di marzo 2023. ◘
La nuova direttiva europea in fase di elaborazione individuerà, salomonicamente, limiti “intermedi” tra gli attuali e le indicazioni Oms (fatte proprie dal Rapporto EcoSistema urbano Umbria).
ACQUA – Distribuzione, perdite eccessive
Di grande interesse il balzo, da un anno all’altro, registrato nella percentuale della dispersione idrica provocata dalla cattiva condizione degli acquedotti: dal momento che l’Istat aggiorna annualmente i dati dei comuni capoluogo di provincia, mentre tutti gli altri hanno cadenza triennale.
Questo significa che nel 2020 si disponeva di un dato riferito al 2015, mentre quello successivo (ovvero del 2018) è stato pubblicato solo nel 2021 con il salto dal 34 al 53% di perdite di acqua. Con la prospettiva di conoscere solo nel 2024 ciò che accaduto alla rete nel 2021…
Oltre a trattarsi di un vero e proprio “peccato mortale” per gli effetti sulle sorgenti e le falde, oltre che per la cattiva utilizzazione di una risorsa vitale: ci si trova davanti alla manifesta incapacità di porre rimedio ad un aggravio complessivo nei costi del servizio.
Da evidenziare che la normativa italiana indica nel 37% il limite da non superare per le dispersioni.
I microscopici abbassamenti nei consumi e nelle dispersioni possono avere un valore statistico ma rimagono indicatori preoccupanti per l’andamento generale del servizio e dell’utenza. Va riconosciuto che il consumo medio giornaliero pro-capite a Umbertide è al 50% della media in Italia, paese che consuma più acqua di tutti quelli industrializzati: circa 250 litri/giorno pro-capite.
Secondo questa stima la ripartizione dei consumi si manifesta così, in %: igiene 32, wc 30, cucina alimentare 12, lavatrice 12, stoviglie 3, pulizie domestiche 3, annaffiamento e usi esterni 8. ◘
RIFIUTI - Differenziata sotto i minimi di legge
Un procedere ondeggiante dei dati che delinea potenziali criticità in arrivo: nei due anni presi in considerazione il calo della produzione pro-capite dei rifiuti e l’aumento percentuale della differenziazione fanno emergere un impegno concreto nella “transizione” verso l’economia circolare. Unico neo la percentuale di materiali non compostabili presenti nella frazione organica: c’è un aumento dello 0,3 che mantiene Umbertide tra le prime quattro posizioni regionali. Tendenze che si capovolgono diametralmente guardando alle anticipazioni dei dati dell’ultimo rapporto di Legambiente: quantità pro-capite in aumento e differenziazione in lievissimo calo, che non raggiunge (nel 2021) la quota del 72,3% la percentuale minima di differenziazione prevista dalla normativa. Rimane buona la qualità del compostaggio per la frazione organica, nettamente al di sotto del 5%, soglia massima di presenza ammessa dei materiali non compostabili.
Una proposta e 4000 firme cadute nel vuoto
La proposta organica di gestione sostenibile dei rifiuti elaborata nel corso di un prolungato confronto tra Coordinamento Rifiuti Zero e le decine di gruppi e comitati attivi in molte località per sollecitare una diversa politica nella gestione delle oltre 400mila tonnellate di materiali che ci si ostina a considerare rifiuti.
Quella proposta era sostenuta da oltre 4000 firme, dopo tre anni ancora in attesa di risposta istituzionale: venne presentata, infatti, nell’aprile 2020. A ispirare le scelte della Regione Umbria altri interessi sembrano prevalere, quelli orientati all’incenerimento: “orecchie tappate” anche davanti alle prescrizioni europee sull’economia circolare e alla necessità di considerare i rifiuti come materie seconde recuperabili all’85-90 % (percentuali ormai raggiunte in decine di realtà a cominciare dal Consorzio Priula in provincia di Treviso). Come se tutto ciò non bastasse è avvolta da un silenzio impenetrabile la vicenda dei ristorni ai comuni che i consorzi obbligatori delle materie seconde versano ogni anno sulla base dei conferimenti delle varie componenti differenziate, i cui dati sono presenti nel sito di Arpa Umbria. Su questo tema va segnalata l’inchiesta coordinata tra il magazine cronacheumbre.it e il mensile micropolis ◘
SUOLO – Cementificazione “in pausa”
Un decremento della tendenza all’impermeabilizzazione del suolo con indicatori in calo anche per gli anni successivi a quelli indicati in tabella. Meriterebbe di essere approfondita anche un possibile, lievissimo calo nella percentuale totale che l’Ispra segnala nei suoi dati. Da evidenziare il dimezzamento, da un anno all’altro, della spesa per la tutela ambientale e le azioni di promozione della sostenibilità. ◘
Ex-Fcu, gli effetti della chiusura
Sale il numero delle auto immatricolate a Umbertide a indicare una tendenza che potrebbe perfino rafforzarsi negli anni successivi. Che la cosa accada in quella che può considerarsi la “capitale dell’antica Ferrovia centrale umbra” non deve sorprendere: si potrebbe trattare proprio dell’effetto blocco subito dal servizio ferroviario dal 2017 al 2022. I dati del Piano regionale dei Trasporti 2014 – 2024 riportano cifre inoppugnabili per ogni fermata in territorio umbertidese sulle utenze medie giornaliere. In totale quasi 800 persone al giorno. Senza ferrovia e con i servizi su gomma calibrati in modo preponderante per il servizio scolastico spostarsi fuori dal centro urbano richiede un mezzo privato.
Patto dei sindaci per il clima
Dopo l’adozione del Pacchetto europeo su clima ed energia nel 2008, la Commissione europea ha lanciato il Patto dei Sindaci considerato dalle istituzioni europee come un eccezionale modello di governance multilivello. Punta a rinforzare e sostenere gli sforzi compiuti dagli enti locali nell’attuazione delle politiche nel campo dell’energia sostenibile: l’80% dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 è associato alle attività urbane. Da qui l’invito a varare in ogni comune Piano d’azione per l’energia sostenibile e il Clima (SECAP in inglese, PAESC in italiano) in cui sono delineate le azioni principali che essi intendono avviare. Per arrivare all’obiettivo va predisposto un “Inventario di Base delle Emissioni” con il software ECORegion predisposto da Alleanza per il clima.
Pur risalendo a più di 10 anni fa il dossier elaborato per Umbertide dall’Agenzia Energia Ambiente dalla Provincia di Perugia riporta una messe di dati raramente reperibili su scala comunale. Intitolato “Sosteniamo il sostenibile” il piano d’azione che Umbertide ha adottato è consultabile qui. Curiosamente il documento non riporta l’anno in cui è stato elaborato. Tuttavia manteniamo la determinazione a diffondere più conoscenze possibili ciò che accade “sopra le nostre teste” e “sotto i nostri piedi” riportiamo, in sintesi, le emissioni di CO2 dalle varie fonti. I dati che seguono sono tratti dalla tabella n° 4, a pagina 16.
Il Comune alle elezioni il 14-15 maggio
5 anni di “moto inerziale”
Andrea Chioini – Giorgio Filippi
“ Ma qui funziona tutto! Non capisco proprio perché questo Comune sia stato sciolto…”. Approssimativamente queste le parole pronunciate a Umbertide dal commissario prefettizio De Rosa al suo insediamento nel 2018. Battute che spiegano come le vicende amministrative dell’antica Fratta (il nome usato fino al 1863) derivino dai guasti profondi che hanno ridotto al lumicino le rappresentanze politiche e istituzionali espresse da quello che è stato il più forte movimento di trasformazione politica e sociale in Italia.
E così la macchina amministrativa comunale ha continuato a funzionare senza grandi scossoni, prima con il commissario, poi con la sindacatura Carinzia. Ciò che interessa è proprio la “storia” di questi cinque anni. A cercare le dinamiche di profondità che hanno guidato l’attività comunale si può intuire la prevalenza di un moto inerziale. Le cose sono andate avanti senza grandi scossoni per il “senso dello Stato” espresso dagli apparati tecnici e burocratici di cui il Comune era già dotato: hanno svolto un ruolo di “scuola guida” per una maggioranza completamente digiuna di esperienza amministrativa. Un sospetto rinforzato dall’insolito comportamento che si è registrato nei Consigli comunali: le delibere da approvare (scritte dai vari uffici) non venivano spiegate e motivate politicamente dai vari assessori, ma semplicemente… lette.
In un quadro del genere la paralisi totale imposta dal Covid-19 ha, paradossalmente, alleggerito le responsabilità di governo locale, confuse con il gran guazzabuglio di regole e norme arrivate dall’alto per arginare la pandemia. Quella che ha fatto scattare anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza vale, per Umbertide, 5 milioni di euro, quelli con cui sono stati annunciati interventi come: una passerella sul Tevere, il restauro del centro San Francesco e della Santa Croce, la realizzazione del nuovo asilo-nido, la sistemazione di piazza Mazzini, una pista ciclabile fino all’abbazia di Monte Corona.
Nei 5 anni trascorsi il Centro-destra si è trovato, invece, ad attuare scelte derivanti dalla precedente amministrazione. Qualche esempio:
- la realizzazione della scuola materna “Marcella Monini”, struttura pensata con criteri al passo con i tempi, architettura innovativa e attenta alla funzione educativa degli spazi e dei luoghi;
- la sistemazione della serra “Orti felici”, uno spazio di integrazione per decine di persone adulte con disabilità che, tra l’altro, si impegnano nella coltivazione con metodi biologici;
- il recupero e messa in regola degli edifici realizzati nell’area della ex-fornace.
Meno una cosa: la costruzione della moschea. E non sarebbe stato possibile altrimenti con un Sindaco espresso dalla Lega. Il resto è andato avanti per abbrivio, per di più con il freno a mano tirato: il Centro San Francesco senza Consiglio di amministrazione, il teatro dei Riuniti al minimo dei finanziamenti, il Centro espositivo della Rocca con attività a costo zero, la “Festa garibaldina” con sostegno pubblico minimo. Ma non è solo il settore culturale che non ha più trovato sponda nell’amministrazione comunale per mantenere la vivacità minima indispensabile dei “poli produttivi del nuovo welfare: “agli Istituti riuniti di beneficenza (Azienda pubblica di servizi alla persona, Apsp) le proposte innovative avanzate dalla Presidente del C.d.a, nominata da Carizia l’11 settembre 2018 poco dopo l’elezione a Sindaco, hanno trovato un muro nella Giunta municipale inducendo la suddetta alle dimissioni volontarie, il 24 agosto 2020. Altra “perla” la totale indifferenza nei confronti delle proposte emerse, con un dettagliato documento, dal Centro di aggregazione giovanile alla ripresa post Covid.
Un quadro poco incoraggiante la cui origine va ricercata ben prima del 2018, quando dilagavano i personalismi non più “arginati” dall’ideologia: questa ha avuto l’innegabile merito di essersi trasformata in cultura dell’interesse e del bene comunitario. Era questa la forza profonda che portò quello italiano a essere il più votato Partito comunista dell’Occidente: non si spiega altrimenti come la “piccola Russia” (così veniva considerata Umbertide fino 10 anni fa), abituata a votare a Sinistra con le famose percentuali “bulgare”, abbia deciso di mettersi nelle mani di una compagine guidata da un Sindaco leghista nella cui maggioranza figurano anche persone elette con una lista … “di sinistra”.
La confusione è (tuttora) grande, ma la situazione non sembra eccellente, soprattutto se chi vive a Umbertide riesce ancora a ricordare la propensione al futuro di una comunità innovativa e poco timorosa delle trasformazioni, anche quelle geo-demografiche: 2447 persone, il 15% della popolazione, hanno origine fuori d’Italia. Peraltro anche con una tendenza al calo: erano 2723 nel 2016.
Qualche riflessione sugli anni in cui Umbertide guardava al futuro:
- vogliamo parlare della rete territoriale di cooperative di cui il Molino popolare umbertidese era uno dei motori?
- Sarà il caso di ricordare l’intuizione che innestò nelle fiere di settembre una delle prime rassegne dedicate all’agricoltura biologica?
E che dire del movimento educativo che (per fortuna) continua a pervadere il sistema scolastico locale, dalla materna alle superiori?
C’è qualcuno che ha rimosso l’esperienza di Rock ‘n Umbria? O del “New English Cinema Film Festival”, direttore artistico il londinese Ed Lewis?
Progetti culturali che avevano fatto di Umbertide un polo di attrazione per il mondo giovanile (e non solo), grazie a programmi perfettamente all’altezza di qualsiasi rassegna di rango europeo. È rimasta nella memoria degli ora non più giovani una mitica serata in Piazza Matteotti, alla presenza dell’allora Presidente della Regione, con Donald Sutherland e Werner Herzog sul palco di Umbertide per presentare “Schrei aus Stein” (Grido di pietra), film girato da quest’ultimo sul Cerro Torre in Patagonia...
Un’atmosfera emozionante, in grado di incoraggiare le giovani generazioni a pensare qui il proprio futuro, magari dopo un’esperienza di studi e apprendimento lontano da casa: esattamente quello che servirebbe al tessuto industriale locale. Qui ancora forte in un settore d’avanguardia come l’automotive e che, nella vicinissima Montone, si sta affacciando sul vasto mondo dell’Information technology (It). Quella appena proposta è solo una lettura parziale della realtà umbertidese degli ultimi anni: è su questa che dovrebbero riflettere le persone chiamate a votare il 14 e il 15 maggio prossimi.
Tutto senza dimenticare le vicende (ben poco edificanti) che hanno mandato in frantumi il blocco di Sinistra egemone per settant’anni consecutivi. Di certo la tentazione di non recarsi alle urne sarà molto diffusa. ◘