Venerdì, 26 Aprile 2024

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Vaccino si o vacciono no

Con gli occhi di Alice di Daniela Mariotti

silvia romano2

L’estate è arrivata, e con la stagione delle ferie anche quella dei bilanci. Al compimento dell’anno lavorativo si guarda indietro, si considera il percorso effettuato e… in tempi di pandemia istituzionalizzata qual è il tema più importante in assoluto? I vaccini: produzione, distribuzione, somministrazione, sperimentazioni, effetti collaterali, no vax, libri, saggi, articoli, televisione, social, internet… È un diluvio di informazioni, allarmi, promesse e perfino minacce. “Vaccino” è il verbo, il mantra, il tormentone del nostro presente. Quante volte abbiamo sentito o pronunciato la parola vaccino negli ultimi sei mesi? Dal vax day, dal momento della prima inoculazione al “paziente uno” il 27 dicembre 2020, a oggi? Centinaia, migliaia di volte: per nutrire la speranza della fine della pandemia innanzitutto, per monitorare la “campagna vaccinale”, per tentare di capire la differenza fra Pzifer e Moderna, Johnson&Johnson e AstraZeneca (nomi che ricordiamo meglio di quelli dei nostri zii e nipoti), vaccini a vettore virale e vaccini a mRNA… (è chiara la differenza?) per concludere che nonostante, o forse a causa di questo continuo parlare da parte di virologi, infettivologi, epidemiologi… noi nella sostanza non abbiamo alcuna certezza!

È possibile che per almeno due mesi d’estate, in cui il coronavirus e la paura della malattia sono finalmente arretrati regalandoci, forse, un ritorno alla vita quasi “normale”… È possibile soltanto desiderare di non sentire parlare di vaccini, dosaggi, richiami (al di là del proprio personale già prenotato e quindi da fare!)?

Accade solo alla sottoscritta il rifiuto categorico di ogni dato reale o immaginario connesso al vocabolo in questione, l’alt preventivo a ogni via di accesso a qualsivoglia elaborazione o concetto che riguardi questo tema, la costatazione di una avvenuta saturazione di un tale microcosmo? Forse no. Ieri una mia carissima amica, impegnata civilmente fino a pochissime settimane fa a rispettare tutte le norme degli innumerevoli Dpcm, promotrice di ogni vaccino, del passato del presente e del futuro, mi ha detto: «Non ho più pensieri, non ho più opinioni. Dopo aver letto tantissimo, anche in riviste specializzate, sull’importanza dei vaccini per questa malattia e le inevitabili controindicazioni, pareri pro e contrari, mi va bene tutto: farlo e non farlo. Considerarlo una necessità, una salvezza oppure una inutilità dannosa, di cui ci pentiremo. Mi arrendo all’inaccessibile conoscenza del bene e del male».

Non sono ancora sulla riva di un tale disincanto. Sostengo positivamente i dettati della ricerca scientifica, finché non vengano confutati o falsificati: i vaccini bisogna continuare a farli; ma per favore facciamoli il più possibile in silenzio! Facciamoli senza clamore, senza claque, senza tifo, senza accanirci, senza litigare, senza suscitare angosce e terrori: facciamoli e basta! ◘

di Daniela Mariotti


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