Paesaggi. Rimettiamoci in cammino tra Umbria e Marche
Umbria e Marche unite sotto il nome di san Francesco: da Assisi ad Ascoli Piceno sono 167 chilometri, da percorrere a piedi per sentieri che coprono quattro province e diciassette comuni, seguendo la segnaletica specifica, con in mano una guida o scaricando i tracciati digitali sul cellulare.
Questo è il Cammino Francescano della Marca: un’occasione unica per vivere pienamente questa parte del territorio dell’Italia centrale, che si sviluppa lungo l’Appennino umbro-marchigiano e il Parco Nazionale dei Sibillini, ripercorrendo una delle vie che Francesco utilizzò per le sue predicazioni. S’incontrano lungo il cammino piccole e grandi città, cariche di storia e arte, come Assisi, Spello, Foligno, Sarnano, Amandola, Comunanza e Ascoli Piceno. Anche piccoli borghi ci invitano a fermarci, a godere dei preziosi prodotti della terra.
L’umano bisogno di ristorare l’anima trova soddisfazione nell’incontro con importanti luoghi della spiritualità francescana, da antichi conventi a splendide chiese. Oltre alle strutture ricettive in terra umbra, alcuni anni fa sono stati trasformati in “spedali” per l’accoglienza dei pellegrini tre ostelli lungo il cammino marchigiano, a Comunanza, Venarotta e Ascoli Piceno. Un protocollo tra tutti i comuni interessati, di ambo le regioni, è stato firmato per la manutenzione dei sentieri e la valorizzazione del cammino, che si snoda tra Assisi, Foligno, Colfiorito, Polverina, Montalto di Cessapalombo, Sarnano, Comunanza, Venarotta, Ascoli Piceno.
Se partiamo da Assisi, camminiamo tra querceti e ulivi fino a incontrare la Fonte di San Francesco, ben segnalata da una grande edicola votiva posta proprio al bivio con via degli Ulivi. Qui qualche panchina all’ombra e una cannella di acqua fresca ci permettono una sosta rinfrescante. Prendiamo a sinistra via degli Ulivi e arriviamo alla magnifica Spello, entrando da Porta Montanara. Da non perdere: la visita a celebri chiese come, ad esempio, quella di Santa Maria Maggiore, ottimo luogo di sosta con a disposizione diversi servizi per pellegrini come bagni, piccolo refettorio, fonte d’acqua.
Usciamo da Spello passando da Porta Consolare. Dopo la chiesa di Sant’Anna, procedendo su via Brodolini, si arriva a Foligno, città con importanti monumenti e chiese (oltre alla segnaletica del Cammino, ci sono anche quelle della Via di Francesco e della Via Lauretana).
Da segnalare, nel percorso, la chiesa di Santa Maria di Plestia, in stile protoromanico, situata sull’Altopiano Plestino, al confine tra Umbria e Marche, nel comune di Serravalle di Chienti, ma contigua all’abitato di Colfiorito nel comune di Foligno. Sorge su un nodo stradale di grande importanza fino a tutto l’alto medioevo, nell’area dell’antica città di Plestia, a 99 miglia da Roma, scomparsa nel X secolo, in origine forse luogo d’incontro tra il cardo e il decumano.
Di grande bellezza sono Colfiorito (col suo parco naturale), Polverina, Montalto di Cessapalombo (tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della croce di guerra al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l’attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale), Sarnano (ai piedi dei Monti Sibillini, sovrastata a ovest dai picchi più settentrionali della catena).
Si continua per Comunanza, lungo il fiume Aso. Scavi archeologici testimoniano la presenza di stabilimenti termali (in località Colle Terme), mostrando che il sito fu abitato in epoca romana.
E poi Venarotta (pare che il toponimo derivi da “vena”, parola usata per indicare una sorgente sotterranea o una cavità del terreno), fino al termine del cammino, con la splendida Ascoli Piceno. A ricordare la visita di Francesco in questa città nel 1215 fu eretta la chiesa a lui dedicata, iniziata con l’annesso convento nel 1258 (consacrato nel 1371, l’edificio fu completato con la cupola nel XVI secolo).
Questo è un altro modo per ripartire dopo il coronavirus, piano, rispettando l’ambiente e i suoi prodotti, riscoprendo noi stessi e la realtà che ci circonda, in armonia e non in guerra con la Terra.
Di Maria Sensi