L' esigenza di ricordare Langer e Schibel, in tempi di conflitto come quelli attuali. Alex Langer (a sinistra) e Karl Schibel (a destra)
Delle utopie concrete l’umanità non può fare senza, nemmeno in tempi scuri come questo scorcio di terzo millennio (del calendario Gregoriano): è in questa consapevolezza che si radica l’imperativo etico di ricordare la figura di Alexander Langer colui che, tra le tante esperienze maturate, incluse anche la Fiera delle Utopie Concrete. Accadde proprio in Italia, proprio in Umbria, non casualmente a Città di Castello.
Langer decise di togliersi la vita il 3 luglio del 1995 in un uliveto prossimo a Firenze: quasi un anelito a trovare finalmente la pace per la quale si era impegnato nell’arco della sua intera esistenza, iniziata a Vipiteno nel 1946.
L’imperativo etico di cui sopra è ancora più cogente per Città di Castello dove, negli anni ’80, la necessità di pensare al futuro in modo diverso dalle forme del passato portò l‘amministrazione comunale guidata da Giuseppe “Pino” Pannacci a fare propria l’idea avanzata da Langer: promuovere una “fiera delle utopie concrete” per ascoltare i messaggi provenienti dalla cultura verde europea per affrontare i problemi posti dal degrado dell’ambiente.
In questa operazione temeraria Langer trovò in Karl – Ludwig Schibel il suo perfetto “complice” che, a Montegabbione (Terni), aveva creato Utopiaggia, comunità ispirata proprio dalla necessità di “convertire” le relazioni tra umanità e ambiente. Schibel guidò la Fiera fino all’ultima edizione, tenuta nel 2019.
La Fiera delle Utopie Concrete partì con un lavoro di confronto alimentato da una rete di competenze “stellari”, per quell’epoca e per la nostra attuale: Mario Agostinelli, Ingrid Baske, Agnes Bertrand, Willy Bierter, Paul Blau, Peter Bunyard, Stefano Caserini, Giovanni Damiani, Fulvia Fazio, Grazia Francescato, Hans Glauber, Peter Kammerer, Franco Lorenzoni, Raymond Lorenzo, Giuliana Martirani, Giovanna Melandri, Cesare Moreno, Günter Nenning, Marc Nerfin, Antonio Perna, Hubert Pozarnik, Giannozzo Pucci, Ermete Realacci, Wolfgang Ruddenklau, Ignacy Sachs, Wolfgang Sachs, Lothar Schubert, Rosalba Sbalchiero, Karl-Ludwig Schibel, Lothar Schubert, Hans Simon, Jutta Steigerwald, Arno Teutsch, Franco Travaglini, Janos Vargha, Guido Viale, Cristine von Weizsaecker, Silvia Zamboni, Herman Zampariolo.
Nomi che potrebbero dire poco a molti… invece si tratta di una costellazione di pensiero e impegno che elaborava idee e cercava di agire conseguentemente in tutta Europa e oltre. Un sistema di relazioni con cui sarebbe stato il caso di interloquire con molta più convinzione di quanto sia stato fatto dalle amministrazioni, locali e regionali.
Non è accaduto.
Quello che è riuscito, invece, in Alto Adige, con i Colloqui di Dobbiaco - Toblacher Gesprächen.
Per questo coloro che sentono quell’imperativo etico (già citato un paio di volte nelle righe precedenti) dovrebbero scavare a fondo per capirne e descriverne i motivi. Senza timori, senza reticenze.
Le foto sono tratte da:
https://toblachconference.wordpress.com/ (Schibel)
https://www.lifegate.it/alex-langer-giustizia-sociale-ambientale (Langer)
https://www.utopieconcrete.it/106-95/ITA/L'idea
di Andrea Chioini