Mercoledì, 16 Luglio 2025

Aiab: stop al Glifosato, “sicuramente cancerogeno”. Appello alla Regione Umbria

 Aiab firma una lettera alla Regione Umbria per fermare l'utilizzo del diserbante che comporta rischi per la salute        Obiettare_e_disertare_lumanità_continua_a_esserci._La_campagna_di_Azione_Nonviolenta-Mao_Valpiana-altrapagina.webp

   Anche in piccole dosi il glifosato è rischioso  

Risale alla primavera del 2014 l’iniziativa dell’allora consigliere regionale Oliviero Dottorini che interpellò la Giunta Marini perché venisse limitato l’uso dei disseccanti chimici ai bordi delle strade e delle aiuole nei giardini pubblici (leggi qui). Spingendo “avanti veloce” nella spirale del tempo arriviamo al 2020 con un’analoga iniziativa di un altro consigliere regionale, Thomas De Luca, stavolta con la Giunta Tesei (leggi qui).

Allargando lo sguardo in termini geografici si può puntare alle sentenze che vari tribunali degli Stati Uniti stanno emettendo da anni a carico di Monsanto (controllata da Bayer) per i danni alla salute (umana e ambientale) provocati dal diserbante - disseccante glyfosate

Le ultime notizie (fonte  “il Salvagente”) citano la condanna al pagamento di 2,1 miliardi di dollari (pari a 1,9 miliardi di euro) inflitto alla multinazionale da un tribunale della Georgia per il ricorso di un cittadino che considerava il Glifosato come la principale causa del cancro da cui era afflitto. Vicenda identica a quella di Dewayne “Lee” Johnson il giardiniere che ha ispirato il film “Into the weeds”: in questo caso la condanna per Monsanto – Bayer è “limitata” a 290 milioni di dollari.

Emerge che la magistratura Usa si manifesta come più avanzata della Commissione europea che, nel 2023, ha prorogato di ulteriori 10 anni l’autorizzazione all’uso del Glifosato: un’ampia ricostruzione della vicenda è leggibile nel sito di Greenpeace,

Di Roundup – Glifosato in Italia se ne utilizzano circa 4000 tonnellate l’anno, secondo quanto riferisce il Fatto Alimentare che riporta dati Istat, citando anche le 122mila tonnellate complessive di pesticidi sparsi (ogni anno) nei terreni e nei corsi d’acqua di tutta Italia.

Una ricerca del “Melazzini” conferma: è cancerogeno

In questi giorni l’Aiab, Associazione per l’agricoltura biologica, ha rilanciato la campagna per la messa fuorilegge del Glifosate  grazie alla pubblicazione di uno studio sulle leucemie, protrattosi per dieci anni, dell’Istituto di ricerca “Melazzini” di Bologna: il rapporto finale ribadisce senza esitazioni la significativa cancerogenicità del diserbante anche in presenza di dosi minime fino ad oggi considerate innocue sull’essere umano. Una ricerca validata anche da Environmental Health (rivista scientifica con base nel Regno Unito).

In un quadro del genere si inserisce la lettera per la Regione Umbria firmata da Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab Umbria, instancabile promotore  dell’agricoltura biologica in Italia. Destinataria la Giunta regionale (presidente Proietti, assessori Barcaioli e Meloni), le consigliere Bistocchi e Michelini.

Ne riportiamo ampi stralci qui di seguito.

 

Per il Glifosato applicare subito il principio di precauzione

…lo studio dell’Istituto Melazzini è stato inviato all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa): prima di ogni decisione il

Governo Italiano deve vietare l’uso del micidiale pesticida a tutela della salute pubblica e

delle risorse naturali e così I'Umbria applicando il principio di precauzione.

La richiesta fatta già da Aiab, promotrice della coalizione “Stop glifosato” molti anni

fa, si basava sulle numerose evidenze scientifiche e pubblicazioni che portarono anche

l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) a stabilire, già nel 2015 che il

Glifosato è “probabilmente cancerogeno per l’uomo”.

Al momento dell’ennesimo rinnovo per la commercializzazione del pesticida, in uso sin

dagli anni ‘70 e con brevetto scaduto nel 2001, il principio di precauzione non fu applicato

per le pressioni di Monsanto prima e Bayer poi sull’Efsa, che basò la sua decisione a

“tutela della salute dei cittadini europei” su dossier di dubbio valore scientifico,  commissionati e prodotti dagli stessi interessati e giudicato da funzionari già dipendenti della multinazionale.

Il Roundup (formulato commerciale del Glifosato in Europa) è l’erbicida più utilizzato al

mondo ed è ammesso in tutti i disciplinari regionali di agricoltura integrata, quella che

molti millantano come "sostenibile" e che, tramite i CSR è premiata come misura

agroambientale, spesso quanto il biologico.

Non a caso Glifosato ed il suo metabolita Ampa continuano ad essere i principi attivi che

l’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) controllato dal Ministero dell’Ambiente continua a rilevare, dal 2007, come tra i più presenti nelle acque superficiali e profonde di tutto il territorio”.

Riferimenti on line -

https://www.istitutoramazzini.it/pubblicati-i-dati-sulle-leucemie-dello-studio-globale-sul-glifosato/

https://www.fnob.it/2025/06/10/pubblicato-su-environmental-health-lo-studio-del-team-della-dottoressa-belpoggio-istituto-razzini-ha-vinto-la-nostra-determinazione/

https://aiabumbria.com/it/news/2025-06-19-il-glifosato-e-cancerogeno-511.html

https://agricolae.eu/glifosato-aiab-chiede-al-governo-un-divieto-immediato/

 

 

 

 

 

 


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