Il sequestro del marò è uno dei libri più interessanti che mi è capitato di leggere quest’anno. Mario Capanna conversa con Massimiliano Latorre, uno dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori indiani durante una missione sulla petroliera Enrique Lexie nel 2012. Da quel momento inizia per i due marò (l’altro è Salvatore Girone) un calvario lungo dieci anni che si conclude solo il 31 gennaio 2022 quando vengono pienamente assolti dal Tribunale di Roma, Pubblico Ministero Erminio Amelio e GIP il noto giudice antimafia Alfonso Sabella. Massimiliano Latorre era difeso dall’avvocato Fabio Anselmo, che aveva seguito casi clamorosi come quelli di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi. In poche righe è impossibile condensare l’essenza di un caso che, come emerge dal libro, è l’intreccio di tanti aspetti umani, giuridici, istituzionali, politici, mediatici, economico commerciali, diplomatici, militari, morali. È un libro importante non solo perché è la testimonianza diretta di una persona onesta che ha la vitale e legittima necessità di raccontare al mondo non solo il suo calvario ma soprattutto la sua innocenza. Sancita in forma piena da un Tribunale della Repubblica, ma occultata per ragioni economico commerciali, per pavidità, per assoluto disprezzo dei diritti delle persone e del diritto interno e internazionale, da una politica interessata, portata avanti da ometti politici che hanno rappresentato in quel momento non l’Italia ma l’italietta. Nel 2019 l’intercambio commerciale Italia – India era di 9.5 miliardi di euro e l’Italia era il quinto partner commerciale fra i Paesi dell’Unione Europea. Traspare chiaramente in questa vicenda lo stesso atteggiamento tenuto nei confronti dell’Egitto sui casi Regeni e Zaki: prima gli affari e poi le questioni legali e morali. Il libro è importante anche perché per la prima volta, in forma diretta la storia è raccontata da uno dei protagonisti. È un libro non solo testimoniale, ma anche storico-documentale, attraverso il quale Latorre e Capanna restituiscono verità a un evento che per dieci anni è stato occultato, stravolto, utilizzato. Una narrazione emotivamente forte e documentata che ha impedito “lo spegnimento” della verità dei fatti e di Massimilano Latorre come testimone e come persona. Ma è un libro che soprattutto ribalta una non-verità che l’omertà colpevole della politica, dei governi e dei vertici economico-finanziari e militari, avevano come un cancro incistato nell’opinione pubblica, sia attraverso quello che avevano detto, sia attraverso quello che avevano omesso. Nessuno dei lettori era informato dei fatti così come vengono documentati e descritti da Massimiliano Latorre e da Mario Capanna. Nessun cittadino italiano era certo di come si fossero svolti gli eventi, se i marò avessero sparato davvero o no, se fossero colpevoli o innocenti. Nessuno fino a oggi sapeva veramente cosa fosse accaduto in questi 10 anni, quale l’atteggiamento tenuto da ciascuno dei protagonisti, quali le sentenze dei tribunali. Certo, se alla fine abbiamo pagato un indennizzo all’India, qualcosa sarà pure successo, dato che un indennizzo è pur sempre un risarcimento per un danno provocato. Questo il dubbio immotivato che i vertici politici e di governo avevano contribuito a diffondere. Come è possibile che questa narrazione sia avvenuta attraverso l’incontro di due persone così diverse per vissuto, culture e scelte di vita come Massimiliano Latorre e Mario Capanna? Massimiliano che con coerenza morale e professionale resta fedele e grato alla istituzione militare di appartenenza. Nonostante quello che (gli) è stato fatto. Mario che ha improntato le sue scelte politiche ed esistenziali a un pacifismo integrale, a una cultura antimilitarista. Ho avuto occasione e piacere di incontrare brevemente Massimiliano Latorre un mese fa ad Arezzo in occasione della presentazione del libro. Mi ha colpito la sua sincerità, il suo non voler apparire diverso da quello che è, con la sua forza e le sue fragilità, con il suo coraggio e le sue paure. Anche questo aspetto prezioso, profondamente umano, emerge dal suo racconto. Per questo ci siamo riproposti di continuare il confronto e l’approfondimento con Massimilano Latorre il 1 aprile prossimo, quando il libro sarà presentato a Città di Castello. ◘
di L. N.