Dossier. Una rivoluzione al femminile.
Quando la ribellione delle donne ha rallentato la sua presa, il regime iraniano ne ha approfittato per arrestare i partecipanti alle manifestazioni cercandoli casa per casa. Un atteggiamento spietato degno di un regime dittatoriale e si è servito di milizie private, i così detti pasdaran, che non si fanno nessuno scrupolo di far sparire le persone. Di loro non si è trovata traccia, spariti nel nulla.
Il regime ha fretta di chiudere la partita perché teme che la rivolta possa continuare, per questo elabora leggi sempre più severe che limitano la libertà di espressione e getta in carcere più attivisti possibile. Chi chiede perdono viene rilasciato con la condizionale, chi non lo fa viene affidato alla polizia morale che ricorda l’inquisizione di un tempo.
Nonostante queste battute di arresto le donne non si sono arrese, soprattutto nelle zone più povere del paese come il Kurdistan e il Belucistan e si sono rivoltate contro il regime. È commovente l’immagine di una bimba che ha scritto sul muro di un villaggio poverissimo del Belucistan «Donna, vita, libertà» con un pezzo di carbone, quasi un simbolo di quanto la popolazione iraniana sia unita nel sognare una realtà nuova al di là delle divisioni ideologiche instaurate dal regime. E proprio in queste due regioni, considerate separatiste perché non aderiscono allo sciismo settario del governo, è scattata la rivolta delle donne. Nel settembre del 2022 a Zahedan le forze di polizia hanno aperto il fuoco contro i manifestanti uccidendo 100 persone, tra cui alcuni bambini.
Una situazione insostenibile, che ha coinvolto anche la classe media, sempre più impoverita, con una economia in profondo rosso, con una moneta che ha perso in quattro mesi il 30% del suo valore.La corruzione dilaga, mentre crescono la disoccupazione e l’inflazione. Il livello di povertà della popolazione ha raggiunto cifre incredibili, anche per il mancato rispetto individuale e sociale delle donne. Esse non vogliono uno Stato islamico che non sopprima i loro diritti e non affossi i loro sogni di libertà e di uguaglianza. Lo stesso desiderano le minoranze etniche e religiose che sono state schiacciate dal pugno di ferro del potere islamista, il quale non esita a ricorrere alla violenza e alla repressione.
Quello che sorprende della situazione iraniana è l’isolamento totale del Paese a livello internazionale e l’impossibilità di comunicare tra i cittadini e lo Stato. Anzi le autorità hanno cercato di creare un clima di guerra psicologica nei confronti dei manifestanti. È la vecchia logica di creare un nemico e addossarne ala responsabilità all’avversario. Eppure sembra che qualcosa si muova dopo mesi di manifestazioni di piazza. I monarchici residenti all’estero hanno cominciato una campagna per far reintrodurre il principe Reza Pahlavi, figlio dell’unico re, come il “rappresentante” della rivoluzione attuale, moderna e inclusiva.
È una manovra studiata a tavolino per creare un’alleanza con i militari, il potere economico, quello religioso e la monarchia per ristabilire la situazione antecedente al 1979. I sostenitori del principe, che appartengono alla borghesia nostalgica, oltre che sostenere la rivoluzione sui social, non hanno la volontà di sfidare la forza militare del regime nelle strade. Il frutto di questa pausa di riflessione darà una idea più precisa della rivoluzione, anche perché sono proprio i poveri che non hanno niente da perdere a realizzare le rivolte.
I monarchici cercano di allearsi con l’ala riformista del regime, offrendo il mantenimento dei loro privilegi e la salvezza dalla rivoluzione progressista delle periferie, animate dalle donne e dai giovani. Sembra che si stia realizzando in maniera progressiva un avvicinamento tra alcuni dirigenti dell’ex governo Kahtami e la linea di Reza Pahlavi.
Proteggere i diritti delle donne e promuovere la parità di genere dipende da una opinione pubblica intelligente e attiva. Una solidarietà che può aiutare il popolo iraniano a porre fine a un regime islamista e a inaugurare un’alba nuova. Una rivoluzione femminile che avrà enormi ripercussioni in tutto il mondo, una specie di svolta epocale destinata a modificare il rapporto tra uomo e donna. ◘
di Achille Rossi