Città di Castello. Parco pubblico e alluvione di settembre tengono in apprensione gli abitanti di Riosecco. Gli amministratori comunali promettono ma non muovono paglia.
Al quartiere di Riosecco, negli ultimi tempi, una emergenza insegue l’altra. Uno dei problemi principali è costituito dall’enorme parco (3,2 ettari) posto al centro del cosiddetto “quartiere ecologico”. Tanto esteso quanto difficile da gestire, è diventato, nel tempo, luogo di incontro estivo e notturno di bande di giovani, provenienti anche da fuori città, che lo occupano con motorini e schiamazzi fino a ore mattutine. Un bivacco a buon mercato, un’area, libera, priva di qualsiasi controllo. Le scorribande sono quindi all’ordine del giorno e anche i danni arrecati agli arredi e alle recinzioni. I cittadini che vivono nelle vicinanze subiscono inopinatamente questa situazione ormai da moltissimo tempo, con un crescente disagio e una crescente paura per la propria sicurezza. Dopo ripetuti richiami alle forze dell’ordine e agli amministratori locali, ad aprile c’è stato un incontro tra alcuni cittadini del quartiere e l’assessore all’urbanistica Giuseppe Bernicchi, il quale, nell’occasione, ha assunto l’impegno di organizzare un incontro con l’assessore di competenza Carletti, che ha avuto seguito, dopo altre sollecitazioni, presso la sede municipale. Nella sede istituzionale i cittadini hanno manifestato le esigenze del quartiere, ponendo prioritariamente l’urgenza della messa in sicurezza del parco, l’istallazione di una idonea recinzione e la regolamentazione degli orari di accesso.
Gli amministratori presenti, facendosi carico del problema, assunsero l’impegno di studiare la situazione rinviando a un successivo incontro da effettuarsi dopo le ferie estive. Da quell’incontro, nulla è stato fatto di quanto concordato. Ma sfortuna vuole che, nel frattempo, si verificasse un’altra emergenza prodotta dalle piogge intense di fine settembre. Il torrente Vaschi, come spesso è accaduto in passato, si è ingrossato, il parco si è riempito pericolosamente di acqua come un catino senza via di sfogo, e, cosa ancora più incresciosa, le acque scure delle fognature sono rifluite indietro facendo saltare i pozzetti e invadendo scantinati, fondi e garage di oltre venti famiglie in via delle Robinie, che costeggia il torrente. L’assessore Carletti è stato subito informato dell’accaduto e gli è stato richiesto di assumere provvedimenti urgenti. Per una settimana, infatti, quei cittadini hanno dovuto penare per portare via con capienti automezzi gli escrementi accumulati negli scantinati. Perché di questo si tratta, cosa dovuta probabilmente al modo in cui sono state fatte a suo tempo le opere di urbanizzazione. Anche in questo caso sono state spese parole di rassicurazione “vedremo”, “provvederemo”, da parte dell’assessore interpellato, ma, morale della favola, dopo un mese dall’evento (fine ottobre), nessuno si è fatto più sentire dal Palazzo. Nulla. Nemmeno una telefonata. Non una parola. Di fronte a tanta inettitudine amministrativa, i cittadini hanno preso carta e penna e scritto una lettera con la quale hanno segnalato alle autorità competenti e alla Giunta comunale, perché nessuno potesse dire di non sapere, che: «…non sono state le acque chiare di superficie a provocare l’allagamento dei fabbricati, bensì le acque scure delle fognature a tornare indietro. Fognature che devono avere una linea (di scolo) a se stante e che, incanalate nella medesima, devono arrivare al depuratore in modo da non tornare indietro, a meno che non abbiano uno scarico non autorizzato nel torrente Vaschi…». Una richiesta garbata, educata, diretta a segnalare il problema senza far polemica, conclusa chiedendo di sanare la situazione in vista di future emergenze. Nonostante ciò, dopo un mese dalla protocollazione in Comune e dopo tre mesi dall’evento, quella lettera è rimasta, come suol dirsi, morta, come morti sono a tutt’oggi gli interventi promessi per il parco. Questi fatti hanno compromesso il rapporto di fiducia tra cittadini e amministratori comunali, mostratisi privi di fair play e incapaci di ascolto della giusta indignazione degli abitanti di Riosecco. Prove di insensibilità di cui il quartiere ha fatto spesso esperienza e che vengono percepite come una forma di “abbandono” e di disinteresse costante verso questa parte di territorio. Un quartiere nato a ridosso della Zona industriale, con una crescente area di espansione commerciale che sta soppiantando le fabbriche dismesse, diviso in due dalla statale che separa area industrial-commerciale dal restante quartiere cosiddetto ecologico, privo di adeguate aree di circolazione e di collegamenti con gli altri quartieri, compresso da una serie di problematiche che meriterebbero l’attenzione costante di chi amministra. Ma, a quanto pare, gli amministratori hanno altro a cui pensare: passerelle, inaugurazioni, taglio di nastri, ricchi premi e siamo solo all'inizio dell'inverno. ◘
Redazione