Domenica, 08 Dicembre 2024

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Il centro-destra vince e trionfa

Elezioni a Città di Castello. Le elezioni del passato.

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Similmente a quanto accaduto nel vicino Alto Tevere umbro, anche i Comunii toscani della Valtiberina hanno visto letteralmente trionfare il Centro-destra. Un’affermazione ancor più netta di quella che mediamente è stata registrata sia nel resto del Paese che nel resto della regione. Con percentuali che oscillano dal 47% (Sansepolcro) al 59% (Badia Tedalda e Sestino) i Comunii valtiberini si sono infatti tutti collocati ben al di sopra del dato nazionale (44%) e di quello regionale (38,5%). Nel complesso, nei sette Comunii del comprensorio la crescita del Centro-destra rispetto alle elezioni politiche del 2018 si attesta attorno ai 10 punti percentuali (con punte fino a 11 e 12, come nei casi di Monterchi, Badia Tedalda e Sestino). Anche tale trend di crescita, dunque, si colloca al di sopra del valore nazionale (+7) e regionale (+6%), mentre il delta relativo alla flessione dell’affluenza alle urne risulta invece meno marcato che altrove.

Al di là dei raffronti proposti sopra, per avere realmente cognizione della misura di quanto si è verificato in Valtiberina dobbiamo però soffermarci su un processo che è in corso da quasi un decennio e che già da diverse tornate elettorali sta di fatto anticipando ed enfatizzando una tendenza che sembra ora avere attecchito in tutta Italia.

A dire il vero in quasi tutta la provincia di Arezzo è possibile constatare un inequivocabile spostamento a Destra dell’elettorato. Tuttavia in Valtiberina questo fenomeno si è certamente manifestato in proporzioni più eclatanti, soprattutto nei Comunii montani. Comprensibilmente ciò è avvenuto a spese di un Centro-sinistra che in questo territorio, più che altrove, ha negli anni subito un forte ridimensionamento: una flessione tale che ha di fatto lasciato la guida di tutti e sette i Comunii del comprensorio al Centro-destra. Come è possibile che in un’area periferica di quella che era la “rossa Toscana” si sia arrivati a tanto? Cosa è successo in questi anni? Come mai, nel complesso, in Toscana il Centro-sinistra, ancorché indebolito, è riuscito a tenere più che altrove, mentre qui, in Valtiberina, da tempo appare in forte affanno?

Inutile dire che quesiti come questi richiederebbero un profondo percorso di analisi e di  una dialettica politica che oggi sembra talvolta essere superata da mere logiche di contrapposizione.

Risulta, dunque, arduo rispondere a certe domande, ma l’impressione è che questo territorio marginale della Toscana abbia ormai voltato le spalle a chi, politicamente, queste domande non è ancora riuscito neanche a porsele. Oltre a una questione culturale, oltre a un voto di opinione che si riallaccia direttamente ai principali temi politici nazionali e internazionali, dietro al dato valtiberino c’è, probabilmente, anche un concreto bisogno di alzare la voce nei confronti di un Centro-sinistra che dai vertici regionali ha più volte proposto soluzioni che i valtiberini non sempre hanno recepito positivamente. Rientrano oggettivamente tra queste, ad esempio, i modelli di governance che hanno interessato la gestione dell’acqua, con tanto di proroga del contratto con l’attuale gestore semi-privato, quella dei rifiuti che è stata sottoposta a una forte centralizzazione su Siena, Arezzo e Grosseto. Per non parlare poi del progressivo depotenziamento dei presidi ospedalieri periferici, della scarsa capacità (volontà?) di intervenire sulla viabilità strategica (vedi tratto della Tre Bis che va da Pieve Nord al confine con la Romagna) o sull’implementazione dei trasporti pubblici.

A ragione o a torto, i cittadini valtiberini credo che si sentano da anni poco tutelati, per non dire beffati, da una classe politica che appare piuttosto lontana dai bisogni di un territorio che in termini geografici, morfologici, demografici e sociali presenta molte particolarità. Probabilmente è in seguito a ciò che si genera disaffezione, non soltanto verso chi amministra ad una scala intermedia, ma anche nei confronti delle forze politiche di cui essi cui sono espressione. In definitiva, fondendosi con dinamiche di natura territoriale oltre che politiche, il malcontento dei valtiberini non riesce a essere sufficientemente placato da una parte della classe politica locale, che in diverse occasioni è apparsa più attenta a recepire le disposizioni partitiche interne, che a interpretare le istanze dei propri concittadini.

Nella doverosa e improcrastinabile discussione che dovrà affrontare il Centro-sinistra, sarà dunque importante ripensare e ricostruire un dialogo vero e rispettoso con quei territori che negli ultimi anni hanno lamentato livelli di attenzione e tutela alquanto carenti. ◘

di Gabriele Marconcini


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