Dossier a cura di Achille Rossi.
C’è voluta la tenacia di una ragazzina svedese per ricordarci che il nostro futuro è già compromesso, se non affrontiamo alla svelta il problema del clima. In questa torrida estate, che ha provocato siccità, smottamento di ghiacciai, fiumi ridotti a rigagnoli, la politica dovrebbe elaborare degli interventi radicali prima che la temperatura globale ci spinga verso la catastrofe.
«Non c’è più tempo», affermano i climatologi italiani, che hanno scritto una lettera aperta ai partiti di tutti gli schieramenti per difendere l’ambiente e lottare contro i cambiamenti climatici. Non basta fare proclami su cui per principio tutti sono d’accordo, ma spieghino nero su bianco i loro progetti di cambiamento. Lo ha espresso con lucidità Giorgio Parisi, Nobel per la Fisica, che ha invitato gli elettori a premiare quelle forze politiche che si sono dimostrate più attente all’emergenza climatica.
Il movimento Friday for Future rappresenta ancora una mosca bianca, una frangia acculturata e partecipe, ma il mondo giovanile non si accorge nemmeno dei cambiamenti climatici perché le variazioni di anno in anno sono impercettibili e tutto sembra normale. L’inerzia della mente è più potente dell’inerzia della materia.
Eppure qualcosa sta cambiando e il cambiamento climatico non è più una minaccia lontana, è entrata nelle nostre case, dobbiamo fare i conti con la siccità e la distruzione. I climatologi ci spingono ad adoperare il sole e il vento come energie rinnovabili e a superare l’economia del consumo, usando una logica in cui le cose siano progettate per durare a lungo e poi riciclate.
Nel momento attuale abbiamo un bisogno urgente di politica per salvaguardare il bene comune. Purtroppo la politica arriva sempre troppo tardi, come la nottola di Minerva che arriva al calar della sera.
di Achille Rossi