Arte.
La mostra “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli” (fino al 7 gennaio 2023), con opere del museo stesso, vuol ripensare l’articolazione di un secolo che fu anche quello di Jusepe de Ribera, spagnolo arrivato a Napoli nel 1616, sei anni dopo la morte di Caravaggio. La città nel XVII secolo era (come pure oggi) un importante snodo portuale, crocevia dell’arte italiana, ed esercitava notevole influenza sulla cultura europea. La sua storia è composta da diversi popoli ed espressioni artistiche che hanno lasciato ricche tracce nel suo patrimonio.
In quest’ottica si può spiegare il ruolo che hanno in questa rassegna artisti lombardi come Caravaggio (1571-1610), emiliani come Giovanni Lanfranco (1582-1647), Domenichino (1581-1641) e Guido Reni (1575-1642), lo spagnolo (ma napoletano d’adozione) Jusepe de Ribera (1591-1652), i francesi Simon Vouet (1590-1649) e Pierre-Jacques Volaire (1729-1799), il bergamasco Cosimo Fanzago (1591-1678), i romani Artemisia Gentileschi (1593-1653) e Gregorio Guglielmi (1714-1773), il belga François Duquesnoy (1597-1643). Gli artisti napoletani traevano ispirazione da questi apporti, rielaborando in maniera personale iconografie, tagli compositivi e utilizzo delle luci, esportando il loro linguaggio in Italia e in Europa.
Un esempio tra tutti è Luca Giordano (1634-1705), campione della pittura barocca napoletana, che venne chiamato a Venezia (1665, 1668), Firenze (1682-83, 1685) e in Spagna (1692-1702).
Facendo un salto indietro nel tempo, al Parco archeologico di Pompei, la mostra “Arte e sensualità nelle case di Pompei” (fino al 15 gennaio 2023) vuole illustrare l’onnipresenza e il significato di soggetti sensuali ed erotici nelle domus e nella quotidianità dei pompeiani.
Tra le 70 opere in esposizione, tutte provenienti dai depositi del Parco, sono anche scoperte recenti, come i due medaglioni in bronzo con scene erotiche del carro cerimoniale da Civita Giuliana e il raffinato soffitto del cubiculum (stanza da letto) rinvenuto in crollo sul pavimento, poi ricomposto e restaurato, della Casa di Leda e il cigno; pure, di recente restauro, le tre pareti del cubicolo ricostruito della Villa di Gragnano in località Carmiano.
Il percorso si completa con un itinerario alla scoperta di edifici all’interno del sito caratterizzati da affreschi e riferimenti al tema, con il supporto di un’app, mentre una guida aiuterà i più piccoli a visitare la mostra e a conoscere una serie di figure centrali del mito antico. ◘
di Maria Sensi