America Latina. Intervista a Pablo Berechenko, esule cileno.
Il Professore Pablo Berchenko, di origine ebraica e ucraina, ha studiato Storia e Filosofia presso l’Istituto Pedagogico dell’Università di Santiago, in Cile. È Professore ordinario di Filosofia presso l’Università Cattolica di Temuco. Ha partecipato attivamente al progetto di trasformazione del sistema scolastico del Governo di Salvador Allende. Cacciato durante il colpo di Stato, è diventato un rifugiato, esule politico in Francia nel 1974. È autore di una tesi sull’ideologia del sistema scolastico in Cile dal 1964 al 1980, relatore di Lingua e Civiltà Ispanica presso l’Università di Perpignan. È stato professore all’Università di Aix-en-Provence. Gli abbiamo posto alcune domande sulla situazione attuale del Cile.
«Passo dopo passo attuerò tutti i cambiamenti che la coalizione Apruebo Dignitad (la coalizione che ha vinto le ultime elezioni) ha programmato» ha affermato il nuovo Presidente del Cile Gabriel Boric.
«Il programma di Gabriel Boric deriva direttamente dalle grandi manifestazioni degli anni ‘70 del governo di Salvador Allende. Nel 1982 vi fu a Santiago la prima grande manifestazione di massa chiamata “la protesta”. Migliaia di persone sfilarono a Santiago e nelle province al grido di “Pane, lavoro, giustizia e libertà”. Tutto si concretizzò con la “Marcha del hambre” (Marcia della fame). Il bilancio fu purtroppo di diverse decine di feriti e sei morti. Il punto culminante di queste mobilitazioni sarebe stato il cosiddetto “Estallido Social” (focolaio sociale) del 14 ottobre del 2019, con un milione e duecento mila persone che gridarono chiedendo la fine del modello liberista in Cile e condizioni più dignitose. “Passo dopo passo” Apruebo Dignidad avrà la forza di attuare il suo programma».
«Andare avanti richiederà la costruzione di ampie coalizioni perché non vogliamo perdere ciò per cui ogni famiglia cilena ha lottato» ha ripetuto Gabriel Boric.
«“Non sono trenta pesos, sono trenta anni”. Si tratta delle inique condizioni di vita che si erano approfondite nei tre decenni della dittatura di Pinochet. La protesta sociale ha fatto ricorso a una nuova coalizione politica rappresentata dal Partito Comunista e da quello Socialista, dal Movimento per il Socialismo Democratico e dal Partito per la Democrazia. Appunto l’Apruebo Dignidad. In un Senato di 50 seggi la coalizione del nuovo Presidente ha ottenuto 25 senatori, ai quali si possono aggiungere quelli della Democrazia Cristiana e un senatore indipendente. Nella Camera di 155 deputati la nuova coalizione dispone di 79 deputati e la destra di 76. Per cambiare la Costituzione lasciata in eredità da Pinochet, occorrono i due terzi dei rappresentanti sia al Senato che alla Camera. Il cambiamento avverrà in due tempi: per prima cosa l’amnistia per i prigionieri politici, la riattivazione economica, la riforma delle forze armate e del corpo dei carabinieri. Senza dimenticare l’urgenza della riforma del codice dell’acqua».
Pensioni, clima, riforma delle forze dell’ordine, questione idrica, welfare state, diritti umani e altro ancora… Un programma su larga scala per il nuovo governo di Gabriel Boric!
«In effetti l’enorme lunghezza della presentazione del Programma di governo di Apruebo Dignidad punta, sin dalla sua parte introduttiva, a dare accesso universale alla salute, a pensioni dignitose, a un sistema di Istruzione Pubblica gratuito e di qualità e alla conferma del primo Governo ecologista della storia del Cile. Tale ambizione può sembrare eccessiva, ma è concepita per realizzarsi in un lungo periodo di tempo, oltre i quattro anni del governo Boric (2022-2026). Anzi, la sua fattibilità è proiettata su un eventuale secondo periodo, che andrebbe dal 2026 al 2030. D’altro canto tale ambizione era già presente nel programma di governo di Salvador Allende. Aspirazione schiacciata dalla barbarie della Destra, dei militari e dall’intervento degli Stati Uniti d’America. Entrambe le proiezioni per il futuro, che saranno presenti nella nuova Costituzione, affrontano criticità quali la riforma dell’apparato repressivo dello Stato, in particolare dei “Carabineros”, lo sfruttamento minerario da parte delle società straniere, in termini di concessioni, royalties e di tasse che vengono fissate dalle stesse multinazionali straniere, il superamento delle recenti concessioni idriche, che concedono diritti al settore privato a tempo indeterminato. Vi è poi l’interruzione volontaria della gravidanza, la nuova definizione dello Stato di diritto sociale e plurinazionale, il riconoscimento degli indigeni come popoli autoctoni con il rispetto dei loro diritti territoriali, il cambiamento di tutte le normative ambientali, ecc. Si tratta di un’autentica fuoriuscita dal neoliberalismo che sacralizza la proprietà, la concorrenza e il consumismo». ◘
Di Antonio Rolle