Martedì, 03 Dicembre 2024

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E' possibile un circuito museale altotiberino?

CULTURA. Circuito museale Città di Castello-Sansepolcro. Intervista alle due assessore alla cultura Michela Botteghi e Francesca Mercati.

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Nel numero dello scorso marzo abbiamo avviato una riflessione sull’importanza della valorizzazione del patrimonio museale dell’Alta valle del Tevere, con un impegno sinergico tra le istituzioni umbre e toscane. È quindi essenziale aprire il confronto su questo tema con le amministrazioni locali. Ospitiamo qui gli interventi, sui nostri quesiti, delle Assessore alla cultura di Città di Castello, Michela Botteghi, e di Sansepolcro, Francesca Mercati.

Le Giunte comunali dei due Comuni capoluogo sono in carica da pochi mesi. Inoltre, si stanno affacciando sullo scenario politico nuovi amministratori. Il confronto si avvia necessariamente su tematiche generali e di prospettiva, nella speranza che sia lo stesso dibattito a suggerire idee e soluzioni concrete.

Ecco le domande che abbiamo posto e le risposte delle assessore.

Il suo Comune, per il patrimonio culturale che possiede, è un punto di riferimento per tutta l’Alta Valle del Tevere. I Comuni umbri stanno mettendosi in rete per un’azione promozionale comune. Considerata la necessità di promuovere a livello culturale e turistico l’intera vallata, lei crede nell’importanza di promuovere una rete altotiberina umbro-toscana? La ritiene una politica percorribile?

botteghiMichela Botteghi: «Il progetto Rim [Rete Interattiva Museale] parte da un finanziamento previsto dalla Regione Umbra nell’ambito della legge regionale 24 del 2003 per cui il nostro Comune ne è capofila, realizzato in collaborazione con il Centro di formazione G. O. Bufalini con l’obiettivo di promuovere il vastissimo patrimonio culturale delle città dell’Alta valle del Tevere umbra. Attualmente sono 5 i Comuni umbri che hanno aderito al progetto con 15 musei e, nel medesimo tempo, sono state coinvolte strutture ricettive e ristoranti, cercando di creare un’offerta culturale e turistica per coloro che intenderanno recarsi nella nostra meravigliosa vallata. Crediamo fortemente in questo progetto poiché lo riteniamo uno degli strumenti utili per promuovere tutto il nostro territorio; solo così facendo riteniamo che si possa concretamente dare un’offerta culturale vasta e di elevatissimo valore sia agli altotiberini che ai turisti.

Tuttavia, se Rim è un progetto nato e destinato ai Comuni umbri, il nostro obiettivo va oltre il confine. Infatti la nostra amministrazione e il mio assessorato, fortemente convinti che la cultura sia un patrimonio da valorizzare anche in collaborazione con le città limitrofe, investirà tantissimo nel creare legami con gli altri Comuni, non solo dell’Alta Valle del Tevere umbra ma anche toscana, con cui già si è creato un dialogo».

Francesca Mercati: «Essere Assessore alla cultura della Città di Sansepolcro è indubbiamente una grande responsabilità, proprio a motivo del valore del suo patrimonio culturale, che la rende famosa in tutto il mondo. Ciò posto, la Valtiberina toscana e l’Alto Tevere umbro sono zone geograficamente omogenee, entro le quali i soggetti si muovono come in un contesto unitario, interagendo continuamente in tutti i settori del vivere: dal lavoro alle relazioni personali, dagli aspetti ricreativi fino, naturalmente, a quelli culturali. Ciò avviene, da sempre, a dispetto della presenza di un confine politico. La situazione ha prodotto, per esempio, che le vicende umane portassero artisti nati in questo lembo di Toscana ad operare nella vicina Umbria e viceversa, con profonde ricadute per quanto riguarda i lasciti culturali nei due territori. Il dialogo tra Amministrazioni, pertanto, diventa imprescindibile. Posso fare un esempio concreto: nei primi giorni di maggio si svolgerà tra Sansepolcro, San Giustino e Città di Castello un Convegno di studi internazionali su Cristofano Gherardi detto il Bocino o Doceno, che nacque a Sansepolcro ma che, dopo essere stato esiliato, operò essenzialmente a San Giustino e a Città di Castello, ove la sua opera può essere ammirata anche oggi. La struttura di questo Convegno, con l’impegno di tre amministrazioni appartenenti alle due diverse Regioni, nasce dalla volontà di raccontare l’autore in maniera completa e senza omissioni biografiche, che renderebbero meno leggibile il suo genio. Per rendere di maggior qualità la nostra offerta culturale, esperienze di questo tipo dovranno essere replicate, per ottenere indubbi benefici anche a livello turistico. Anzi, per attrarre flussi turistici che permangano per un periodo significativo nel nostro territorio, sarebbe importante unirsi e formulare offerte culturali e ‘pacchetti’ che prevedano pubblicità, sconti e promozioni».

Chi opera nel mondo culturale, economico e turistico ha già la consapevolezza dell’importanza di una rete museale altotiberina. Constatiamo però che certe volte gli amministratori comunali sono assorbiti da questioni municipali, dai problemi più immediati del loro Comune. Come è possibile far crescere una politica più di vallata? Che ruolo intende svolgere il suo assessorato?

Michela Botteghi: «Un Comune grande come il nostro è indubbiamente impegnato e coinvolto quotidianamente su molteplici settori per fronteggiare questioni, risolvere problemi, dare risposte quanto più efficaci e tempestive al cittadino; uno di questi settori è sicuramente quello culturale. La nostra città è custode di un patrimonio inestimabile che siamo tenuti a valorizzare e promuovere stando al passo con i tempi. Crediamo fortemente che ciò si possa fare anche di concerto con gli altri Comuni. Personalmente credo molto nella collaborazione; sto pertanto creando un tavolo di lavoro con gli assessori alla cultura delle altre città di tutta l’Alta valle del Tevere dell’Umbria e della Toscana per poter collaborare quando ce ne sarà l’occasione. Già c’è stato un primo confronto e ci incontreremo personalmente quanto prima per stilare un calendario delle occasioni culturali per le quali potremo collaborare. Un’occasione, di cui abbiamo già parlato, sarà il 500enario del maestro Luca Signorelli, uno dei più grandi artisti rinascimentali che ha lavorato non solo a Città di Castello, ma anche a Sansepolcro, Citerna e Umbertide, per cui mi sono già confrontata con le amministrazioni di codesti Comuni per poter collaborare per questa impostante occasione e creare quanto più possibile una mostra ‘di vallata’».

mercatiFrancesca Mercati: «Il mio Assessorato, che comprende sia cultura che turismo, ha già avviato un dialogo proficuo con gli altri Comuni che compongono la Valtiberina Toscana, proprio in quanto credo che adeguate e lungimiranti politiche culturali e di turismo non possano arrestarsi ai confini politici, specie se sono solo comunali. Le incombenze quotidiane ‘distraggono’ spesso dai progetti di più ampio respiro, specie quando questi prevedono l’impegno di soggetti diversi. Ma credo che politiche di rete andrebbero incentivate, anche con la vicina Umbria».

Abbiamo la sensazione, suffragata da molteplici riscontri concreti, che anche in campo culturale le due parti della vallata - l’umbra e la toscana - soffrano l’emarginazione, o quanto meno la lontananza, dai rispettivi centri politico-istituzionali. È così?

Michela Botteghi: «I Comuni della nostra vallata, anche se si trovano logisticamente ai confini delle due regioni sono un grande patrimonio per entrambe; come in ogni situazione è necessario cogliere l’opportunità che ci viene offerta dalla realtà delle cose, e la nostra è quella di creare un unico quadro culturale (e di conseguenza anche turistico) al fine di promuovere tutta la nostra vallata e lavorare insieme, facendo sì che l’Alta Valle del Tevere venga ritenuta come un gioiello prezioso appartenente a due regioni diverse ma unite da un unico meraviglioso patrimonio culturale e territoriale».

Francesca Mercati: «Purtroppo il dialogo e i rapporti tra centro e periferia, in termini sia politici che amministrativi, non sono sempre facili, dobbiamo spesso spendere molte energie per far sì che, soprattutto a livello regionale, vengano ascoltate e accolte le nostre istanze, che sono peculiari rispetto a quelle di cui sono portatori i grandi centri urbani. Ma il nostro impegno da questo punto di vista deve persistere, con forza e tenacia, perché siamo consapevoli che i nostri territori, pur se geograficamente decentrati, sono preziose riserve di storia, arte e natura, e fucine di cultura, anche innovativa, che possono diventare trainanti per i centri maggiori, soprattutto grazie ai ‘modelli’ di sviluppo sostenibile adottati, che riescono a coniugare in modo equilibrato le esigenze economiche e di valorizzazione con quelle del rispetto e della tutela del patrimonio, sia culturale che naturale delle nostre zone». ◘

Redazione


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