CULTURA. Un’ipotesi di circuito museale alto tiberino.
Fontanellato, Vigoleno, Castell’Arquato, San Secondo Parmense. Località poco famose. Però vi sono dei bei castelli. Li ho visitati anni fa. L’idea mi venne capitando nel sito web “I castelli del ducato di Parma e Piacenza”. Una bella gita, in quell’Italia “minore” che riserva sempre piacevoli sorprese. Se quella promozione turistica ha funzionato con me, che sono pigro in internet, figuriamoci quanti altri turisti ben più motivati avrà attratto.
Immaginiamo ora un sito web promozionale di tutta l’Alta valle del Tever e che questo sito abbia una sezione dedicata ai suoi castelli. Ecco l’itinerario che potrebbe proporre a visitatori italiani e stranieri. Se vengono da nord, prima tappa a Caprese Michelangelo, a ridosso dell’Alpe di Catenaia: il fascino del Buonarroti darebbe una mano. Poi si scende verso la meravigliosa Anghiari e i suoi gioielli di Galbino, Pianettole e Sorci. A pochi chilometri di distanza, i vecchi borghi di Citerna e Monterchi, ricchi di storia e in armonia con il nostro dolce paesaggio collinare. Un salto al castello di Lippiano, quindi su a Monte Santa Maria Tiberina: appollaiata a quell’altezza offre il meglio delle antiche roccaforti medievali appenniniche. Sempre a occidente del Tevere, merita una visita il castello dei marchesi Bourbon di Petrelle. Poco oltre, nell’Umbertidese, il visitatore potrà gustarsi Montalto, Romeggio, Santa Giuliana e Civitella Ranieri. A quel punto, come non fare un salto ai castelli di Sorbello, di Reschio e di Pierle, nella valle del Niccone? Quindi il turista tornerebbe subito lungo il Tevere, perché non vorrebbe perdersi Montone, il pittoresco borgo di Fortebraccio che, con Anghiari a nord, si apre come straordinario balcone sulla valle. Per gli amanti dei castelli, ci sarebbe lì vicino quello di Aries. Ammirando lo scenario appenninico tutt’intorno, avrebbero pure voglia di fare un salto a Pietralunga, per vedere i resti della sua rocca longobarda. Infine il ritorno a valle, per godersi il signorile maniero dei Bufalini di San Giustino.
Va da sé che l’amante di castelli, affascinato da queste memorie fortificate del passato, si farà pure dello soste a Città di Castello e Sansepolcro. Se proprio gli piace l’arte, non gli mancheranno stimoli di alto livello tra Alberto Burri, Pier della Francesca, Luca Signorelli e Raffaello. Se invece ne farebbe volentieri a meno (ce ne sono tanti di questi visitatori, meno dotti ma pur sempre rispettabilissimi), non dimenticherà quei giorni passati nell’Alta valle del Tevere fra castelli, paesaggio, prodotti del bosco e tanto altro.
Mi vien da chiedere alle amministrazioni locali altotiberine e agli addetti al turismo: cosa ci impedisce di promuovere la valle anche così? ◘
Di Alvaro Tacchini.