RUBRICA. con gli occhi di Alice di Daniela Mariotti.
La guerra in Ucraina ci ha risvegliati da un sonno profondo. Dopo una pace lunga, che sembrava non dovesse finire mai, ci siamo accorti di essere vulnerabili. Noi, l’ “Occidente”, vincitori della Seconda guerra mondiale e poi anche della Guerra fredda, abbiamo avvertito che “i nostri valori” non sono così solidi: la pace, la democrazia, la libertà, i diritti umani… in queste settimane sono stati travolti da un vero terremoto a causa della ferocia dello scontro militare sanguinoso a pochi chilometri dal confine orientale europeo e dei rischi di un allargamento del conflitto, con “conseguenze inimmaginabili” (V. Putin), come ben sappiamo.
Da tempo è sotto gli occhi di tutti una crisi della democrazia e del ruolo del Parlamento: se ne parlava stancamente… come appesantiti dalla decadenza che ci circonda. Una decadenza che riguarda la fine delle grandi ideologie, il mutamento antropologico dei partiti, che sembrano avere abdicato da ogni responsabilità di governo, volti all’inseguimento di un consenso sempre più “liquido”, e poi la mediocrità della classe dirigente. C’è un panorama grigio in cui da troppo tempo non si vedono personalità di spessore in grado di proporre nuove visioni per il futuro, proprio ora che siamo alla vigilia di un “cambio di passo”, imprescindibile forse per evitare grandi catastrofi sociali ed economiche.
Ma questa guerra e le minacce sottese per la pace, per la libertà e la democrazia, ci hanno fatto capire quanto queste siano importanti e, anzi, irrinunciabili. Se prima, ogni volta che parlavamo dei “nostri valori”, sentivamo il peso della retorica, del già detto… e - perché no - anche delle nefandezze che in nome di quei valori l’Occidente e la stessa Italia pure hanno commesso, ora ci siamo resi conto che quei valori, al di là delle luci e delle ombre che hanno generato, sono comunque il bene più prezioso che 2500 anni di Storia, di guerre e di prevaricazioni, di diritti negati e conquistati progressivamente, ci hanno lasciato.
Abbiamo un solo Occidente; non ci piace – d’accordo – soprattutto il suo sistema economico, responsabile della rapina delle risorse naturali, degli squilibri ambientali connessi, delle terribili e inaccettabili disuguaglianze sociali. Ma se allarghiamo il raggio di osservazione, vediamo che non c’è niente di meglio girando per il pianeta e dintorni. Questo Occidente è probabilmente al suo tramonto, non da oggi (Il tramonto dell’Occidente di Oswald Spengler esce già nel 1918), ma i suoi valori, quelli storici – Liberté égalité fraternité – non sono stati superati. Almeno come orizzonte culturale.
Il millennio si è aperto con alcuni scenari apocalittici inquietanti, per i quali con buone ragioni ci aspettiamo di pagare prezzi salatissimi, ma qualunque agenda politica, qualunque movimento riformatore, qualunque personaggio illuminato entrerà in gioco, non si potrà non tenere conto dei “nostri valori”.
A meno di un ritorno a un nuovo Medioevo prossimo venturo. È già successo. ◘
di Daniela Mariotti