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Memoriale

STORIA. Molti soldati anglo-indiani morirono per liberare la valle nell'estate del 1944.

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In un momento così drammatico per la storia europea, ricordare guerre passate serve a capire che lo spettro di morte, distruzione e disumanità che ogni conflitto porta con sé è sempre incombente. Prima o poi investe ogni generazione, suscita interrogativi, interroga le coscienze, richiede scelte traumatiche. Oggi l’Ucraina, ma anche Libia, Siria, Afghanistan, Somalia, Etiopia, Mali, Yemen; nel recente passato Irak, Balcani... e giù a scendere nel tempo.

L’ultima combattuta in Italia e in gran parte dell’Europa occidentale è stata la Seconda guerra mondiale. Prima i bombardamenti e poi i combattimenti travolsero la nostra terra dalla primavera all’estate del 1944. Nei quindici Comuni dell’Alta valle del Tevere umbra e toscana provocò la morte di almeno 820 civili. Poi c’erano gli uomini al fronte. Non si hanno dati uniformi e completi dei militari altotiberini caduti nei vari fronti bellici. Solo di Città di Castello Pierino Monaldi ne ha censiti 280, di cui 9 dispersi. Inoltre i nostri soldati che hanno subito la prigionia, sia in campi di internamento alleati che, in condizioni durissime, in quelli tedeschi, furono almeno 2.200, solo tra chi nel 1944 aveva da 20 a 30 anni.

Abbiamo sempre, e lodevolmente, ricordato il prezzo pagato dalla popolazione civile e l’apporto dato alla liberazione dal nazi-fascismo dalla Resistenza. Non si è ancora adeguatamente onorata la memoria di quanti, tra il luglio e l’agosto del 1944, sono caduti in combattimento nella nostra valle ridotta a impervio e sanguinoso campo di battaglia. Erano militari di due Divisioni indiane, la Quarta e la Decima del X Corpo d’Armata Alleato. Giovani uomini dell’ex Impero Britannico, in prevalenza provenienti da varie regioni dell’India e del Pakistan: giovani gurkha, mahrata, punjabi, garhwali e beluci, di religione indù, sikh e musulmana; insieme a essi inglesi e scozzesi e, nei reparti di genieri, anche dei canadesi e neozelandesi.

memoriale altrapagina mese aprile 2022 2Quanti ne sono morti per liberare la valle? Almeno 600. Si stanno ancora censendo i caduti sulla base dei dati forniti dalla Commonwealth War Graves Commission e dei diari di guerra dei vari reggimenti. La stragrande maggioranza dei caduti raccolti dai campi di battaglia è stata sepolta o cremata nei cimiteri di guerra del Commonwealth di Arezzo e di Forlì.

Gli anglo-indiani avevano di fronte, ben trincerati sulle alture altotiberine, reparti tedeschi della 114a Jäger Division e della 44a divisione di fanteria; truppe ben addestrate, molto efficienti, anche spietate quando si è trattato di lasciare “terra bruciata” davanti all’avanzata degli Alleati, di razziare tutto quanto loro serviva e di colpire i civili che ritenevano non collaborativi.

Le battaglie più aspre si sono combattute a Montone (6-7 luglio), sulle alture tra Montone, Pietralunga e la valle del Soara (8-21 luglio), a Canoscio (10 luglio), tra Monte Favalto e Monte Santa Maria Tiberina (11-13 luglio), a Monte Cedrone (13-17 luglio), a Citerna e Pistrino (25-26 luglio), sull’intero massiccio dell’Alpe di Catenaia, tra Anghiari e Caprese (3-19 agosto). Vi furono cruenti scontri a fuoco anche altrove nella valle, perché ogni collina rappresentava per i tedeschi una provvidenziale postazione difensiva per rallentare l’avanzata degli anglo-indiani.

Su proposta dell’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti” i Comuni di Città di Castello, Montone e Pietralunga hanno finalmente concordato di rendere onore ai caduti anglo-indiani, “in perenne gratitudine per il loro sacrificio”. Il Memoriale sarà eretto sul punto più alto e scenico di Montone, presso il Museo di San Francesco, da dove postazioni panoramiche permetteranno di visualizzare i luoghi teatro delle battaglie e, grazie a un adeguato apparato didascalico, ricostruire gli eventi.

Il Memoriale di Montone ricorderà anche l’eroe del Maharastra Yeshwant Ghadge, che morì combattendo proprio al confine tra i tre Comuni e fu insignito della Victoria Cross postuma, la massima onorificenza del Commonwealth al valor militare.

memoriale altrapagina mese aprile 2022 3Saranno onorate le vittime civili della guerra e i caduti della Resistenza. Nel contempo proponendosi come auspicio di pace, il Memoriale ricorderà anche i caduti tedeschi, “nella speranza che lo spirito di fratellanza riconquistato con la Liberazione dal nazi-fascismo guidi sempre il cammino dei popoli nei secoli futuri”. È ancora assai problematico, per carenza di documentazione d’archivio, un preciso censimento dei caduti tedeschi. Si pensi che nel solo territorio di Città di Castello nell’immediato dopoguerra erano state individuate le tombe di 88 militari tedeschi; alla metà di essi non si riuscì a dare una identità.

C’è molto interesse intorno al progetto. Sono stati avviati proficui contatti con l’Ambasciata dell’India e con istituzioni militari indiane e britanniche. Due delegazioni di ex ufficiali e di militari

gurkha attualmente in servizio sono già state in visita nella valle, guidate da Daniel Cesaretti, membro onorario della Gurkha Association. Sono rimaste affascinate dalla nostra valle e si sono emozionate nel venire a contatto con i luoghi dove i loro avi hanno combattuto e nel visionare la documentazione filmata del nostro documentario “La guerra in casa. Il passaggio del fronte nell’Alta valle del Tevere nell’estate del 1944”.

È nostro auspicio estendere il progetto alla Valtiberina toscana. Un analogo Memoriale, come è già stato proposto ai Comuni di Sansepolcro, Anghiari e Caprese Michelangelo, potrebbe essere collocato proprio alle pendici dell’Alpe di Catenaia, dove si combatté aspramente.

L’Alta valle del Tevere potrebbe quindi diventare un luogo internazionale della Memoria della Seconda guerra mondiale, con un itinerario che, tra le tante altre cose, includa luoghi simbolo come il Sacrario degli Slavi di Sansepolcro, l’ex Campo di Internamento di prigionieri slavi e di oppositori antifascisti di Renicci, l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, il Monumento al Partigiano Umbro di Pietralunga.

I luoghi della Memoria sono visitati in maniera crescente sia da chi è sensibile agli insegnamenti della Storia, sia da cittadini degli Stati allora belligeranti, e sono da loro tenuti in grande considerazione proprio perché contribuiscono a consolidare i valori sui quali si fondano le democrazie e la pacifica convivenza internazionale. ◘

di Alvaro Tacchini


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