Venerdì, 19 Aprile 2024

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Bologna città del futuro

Rubrica. Il corpo delle donne. Parla Emily Marion Clancy.

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Bologna città del futuro? Politiche dell’ambiente e della mobilità sostenibile all’avanguardia, un piano articolato per la parità di genere, la vicesindaca e tre consiglieri della lista “Coalizione Civica Coraggiosa Ecologista Solidale” nella maggioranza di Centro-sinistra sono dati di fatto, al di là delle promesse e dei programmi elettorali.

A Emily Marion Clancy, 30 anni, una laurea in Giurisprudenza, un corso alla Scuola di specializzazione in studi sulla Pubblica Amministrazione (Spisa) all’Università di Bologna, al fianco del Sindaco Matteo Lepore e Assessora alle Pari opportunità, abbiamo rivolto una domanda.

Potrà la città metropolitana di Bologna diventare un paradigma per altre città, per altre realtà territoriali più ampie, proprio sul tema della parità di genere?

«Dobbiamo fare in modo che sia così. La pandemia ha aumentato le disuguaglianze già presenti all’interno della società, lo dimostrano le statistiche che indicano che sono le donne ad aver perso di più il posto di lavoro, oppure i dati sulla violenza di genere in continuo aumento, indifferenti a lockdown e restrizioni.

Per questo abbiamo da poco aumentato il contributo annuale diretto del nostro Comune ai centri antiviolenza, a copertura di 20 nuovi posti messi a disposizione dal sistema di accoglienza per donne vittime di maltrattamenti e violenza, che, a oggi, ne aveva 44. Una decisione che risponde alla necessità di sostenere con maggiore forza il lavoro di contrasto alla violenza contro donne e minori su tutto il territorio metropolitano.

Il contesto metropolitano è inoltre lo stesso in cui si sta sviluppando il Piano per l’Uguaglianza di Genere che sta seguendo Simona Lembi, componente del Gabinetto del Sindaco di Bologna, articolato sostanzialmente su cinque direttrici di lavoro. Oltre al contrasto alla violenza a donne e minori ci sono:

- il lavoro pagato per difendere e rilanciare l’indice di occupazione femminile;

- il lavoro non pagato, per ripubblicizzare e collettivizzare il lavoro di cura, che, a oggi, ricade in modo sproporzionato sulle donne;

- le discriminazioni, perché la crisi ha colpito tutti, ma non tutti allo stesso modo. Genere, orientamento sessuale, disabilità, origini etniche, età, condizione sociale rimangono fattori di svantaggio nella crisi. Quando questi fattori si sommano e si incrociano, si amplifica l’effetto del tradursi in disuguaglianza;

- cultura dell’uguaglianza, che può tradursi in lotta al gender gap, al divario tra il genere maschile e femminile nei diversi ambiti della vita privata e pubblica, dall’accesso al mondo del lavoro alla salute, passando per la sfera sociale e quella politica.

Inoltre il nostro Comune ha aderito all’importante campagna proposta da "Period Think Tank #datipercontare", che impegna le pubbliche Amministrazioni all’accessibilità dei dati statistici e alla valutazione dell’impatto di genere dei propri atti e progetti a partire dalla loro programmazione. Solo studiando a fondo il patriarcato che permea le nostre società potremo decostruirlo». ◘

di Daniela Mariotti


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