Mercoledì, 17 Aprile 2024

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Tersicore riceve in Pinacoteca

Cronache d’epoca.

silvia romano2

Da tre anni ormai, causa pandemia, i tifernati non rendono il dovuto omaggio alla loro musa preferita, Tersicore, ispiratrice della danza con annessa musica, si suppone anche quella leggera… Le celebrazioni di Tersicore, figlia di Zeus (mica di un Pinco Pallino qualsiasi), si svolgono nel periodo carnevalesco, quando i buoni tifernati, e anche quelli così così, organizzano in suo onore veglioni a raffica, coinvolgendo l’intera città e contado, fatta eccezione per le pompe funebri.

Adesso, in attesa di tempi migliori, non ci resta che andare a ritroso nel tempo per dare un’occhiata agli ingialliti e fragili periodici d’epoca e renderci edotti delle passate manifestazioni in onore della musa Tersicore.

È il 1903, si scrive «Splendido ed invero attraente lo spettacolo del ‘festival’ che anche nel giovedì grasso chiama alla danza tanti ballerini. L’ampia corte di palazzo Bufalini (le logge di piazza di sopra ordinariamente ad uso dei mercanti), è tramutata in un’elegante sala, riccamente addobbata di panneggiamenti e fregi, coperta da un grande padiglione di tela. A proposito della copertura non sarebbe bello che se ne facesse una stabile di vetro?». (Ci pensò e la realizzò più tardi la Cassa di Risparmio, con qualche polemica dei socialisti, non entusiasti di questa copertura, ritenendo i porticati laterali sufficientemente capaci per i ballerini). «Baldoria ci fu – prosegue il cronista – al rione Prato. La più antica società carnevalesca della città è al rione di San Giacomo. Pranzi, cene, rinfreschi, baldoria e ballonzoli da un buio all’altro; per due giorni almeno, questi felici mortali non parleranno di politica». Intanto «anche la Società del Centro ha iniziato il suo tour carnevalesco con un sontuoso pranzo alla trattoria del Gallo (era in via Plinio il Giovane, ad angolo con via Guelfucci) e martedì sera farà la consueta festa da ballo al Bonazzi (ex cinema Vittoria)». Non finisce qui quel mese di febbraio del 1903. «Domenica nelle vaste sale dell’albergo Tiferno, pranzo e festa da ballo della società rionale S. Antonio (l’albergo Tiferno era ubicato all’inizio di via S. Antonio)».

tersicore riceve in pinacoteca mese febbraio 2022 3Passano due anni, è il 1905. Per adesso una pausa con le feste da ballo, sta arrivando Re Dodone Secondo! «Il Carnevale, nella nostra città, da molto tempo non era stato così animato. La città ne fu come trasformata, specialmente il martedì di Carnevale quando uscì il corteo preceduto da sei elegantissimi giovani in frac rosso facenti seguito al maestoso carro simbolico cittadino, che recava una torre merlata con sul culmine un uovo gigantesco dal quale usciva Re Dodone Secondo. Un fanciullone in maglia color carne che fu salutato dalla enorme folla. Re Dodone troneggiava e in segno di giubilo faceva dovizioso gettito per il corso di coriandoli, fiori, confetti, impegnando una nutrita battaglia con i balconi e le addobbate finestre gremite di leggiadre fugaci signore e signorine…seguiva poi il carro dell’officina meccanica con la sua altissima ciminiera preludendo una sperata industrializzazione della nostra città. Seguiva il carro della società del Prato e quello della ferrovia e altri…ma il più fine e delicato fu quello del Collegio Serafini (esisteva dove oggi è il Liceo). Il carro era gremito di giovani trombettieri vestiti in ricchi costumi, che facevano risuonare l’aria con i loro squilli. Il carro era sormontato da una colossale statua modellata con fine gusto da Elmo Palazzi. Alla sera ci fu una grande fiaccolata alla quale presero parte tutti i carri e una immensa folla. La piazza e il corso sembravano immersi in una multicolore onda di luce iridescente. Chiuse la serata un affollato veglione al Bonazzi. Come coronamento alla giornata, il Circolo Tifernate aprì le sue sale a un veglione preceduto da un cordialissimo allegro banchetto di circa ottanta commensali che riuscì animatissimo, tantissime le signore e signorine». Festa grande quella sera anche nelle sale dei Banicchi (il palazzo in via San Florido con angolo via dei Casceri) dove «si ballò alla grande con tanto concorso di gente». E così finito Carnevale, finito amore, finito di mangiare le castagnole… Ah, dimenticavamo, chi volesse rendere omaggio alla musa Tersicore, anche in questi giorni poco allegri, può andare alla Pinacoteca. La troverà con le sue sorelle nella volta della prima rampa di scale. Per altre informazioni rivolgersi a Cola dell’Amatrice. ◘

di Dino Marinelli


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