Alla ricerca di una Destra perduta...

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Rubrica - Con gli occhiali di Alice.

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E se la pesante sconfitta di FdI e della Lega nelle ultime elezioni comunali fosse l’occasione per dare voce a una Destra liberale, naufragata ancor prima di nascere nella tanto vituperata seconda repubblica? Si potrebbe affrontare finalmente l’ambiguità mai risolta della Destra italiana con la storia del fascismo e dell’antifascismo; in particolare i suoi legami vischiosi con i movimenti neofascisti, che sono venuti allo scoperto (se ce ne fosse stato bisogno) con i fatti violenti del 9 ottobre a Roma.

 È possibile che a sognare una nuova classe dirigente “borghese” e non populista, europeista e non sovranista nell’area politica dei conservatori sia non solo la Sinistra più o meno radical chic, ma anche qualche esponente di partito illuminato, oltre a un numero consistente di cittadini di quello schieramento? Penso a quanti ritengono che le gerarchie, fondate sulla meritocrazia, siano necessarie al buon funzionamento dello Stato e della società, che sia importante studiare e coltivare una formazione permanente, rispettare le leggi e pagare le tasse; e anche – in estrema sintesi – che la politica non si può fare con il rosario in piazza invocando santi e madonne, o facendosi fotografare in mutande oppure con la fetta di pane e nutella in mano: che si può “conservare” un decoro, per chi rappresenta il popolo sovrano, anche in tempi di grandi cambiamenti culturali. Del resto nessuno può credere, al di fuori di quel recinto, che il partito di Silvio Berlusconi, l’iniziatore del populismo e della legittimazione della “cattiva politica” e di certi “cattivi comportamenti”, sia il “nuovo corso” della Destra moderata!

 Da anni ci chiediamo con comprensibile indignazione come sia possibile che chi ha giurato sulla Costituzione, sull’antifascismo, sullo Stato laico, sul diritto di asilo per lo straniero perseguitato, abbia costruito la propria narrazione politica su valori che escono palesemente da questo alveo e goda nello stesso tempo di un consenso così ampio: il 30, il 40% degli elettori, come è noto.

 Ora alla luce delle recenti avvisaglie di una possibile inversione di tendenza, è sacrosanto esprimere un desiderio di riscatto proprio su questo fronte? Una Sinistra riformista e una Destra liberale potrebbero confrontarsi sui problemi veri: il lavoro per i giovani, le diseguaglianze, l’Ambiente, sottovalutato quest’ultimo un po’ da tutti, ma ancor di più dai sovranisti local e global.

 E a coronare il sogno, in questo clima appena un po’ più mite del dopo-elezioni, i novax, i nopass, gli elmi cornuti e i cori da stadio passerebbero opportunamente allo studio di antropologi e sociologi o all’analisi politica di quei fenomeni estremi che sempre colorano il quadro delle proteste sociali, senza destare alcuna preoccupazione per la democrazia e la stabilità del bel Paese. ◘

di Dino Marinelli