Giovedì, 18 Aprile 2024

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Una vita da mediano

Storia del calcio. Arnaldo Renzini, uno dei giocatori più longevi del calcio tifernate

silvia romano2

Se n’è andato portato via dal Covid il 18 aprile. Lo abbiamo appreso pochi giorni fa da un amico comune. Nessuno, nel mondo del calcio, ha speso una parola per lui. Eppure Arnaldo, con le sue 145 presenze, è al quindicesimo posto nella classifica dei giocatori che dal lontano 1919 hanno vestito la maglia dell’ U.S.Tiferno prima e dell’A.C. Città di Castello poi.

Renzini era un ottimo mediano e possiamo sicuramente ritrovarlo nella bellissima Una vita da mediano cantata da Ligabue. Anche lui faceva il suo “lavoro” in campo con impegno per la gloria di altri, degli attaccanti che riescono a far quei gol che però, senza il lavoro oscuro del mediano, non avrebbero mai realizzato. Arnaldo si sarà riconosciuto in quelle parole scritte e cantate quasi quaranta anni dopo da Ligabue? Probabilmente sì, perché anche lui, pur possedendo una buona tecnica, era uno di quei mediani che raramente “vedevano” la porta avversaria. Di reti ne mise a segno soltanto due. La prima la realizzò il 23 dicembre del 1962 alla sua sesta stagione in biancorosso, battendo un certo Seghetti, numero uno dell’Olbia, e aprendo la strada ad un classico 2-0. La seconda fu invece decisiva, avversario Moretti, portiere della squadra laziale delle Fiamme Oro di Ostia, superata per una rete a zero.

3 una vita da mediano mese giugno 2021Arnaldo aveva esordito diciannovenne con la maglia della sua città a Terni, il 23 settembre del 1956, nel campionato di Lega nazionale IV Serie. L’anno successivo, chiamato al servizio militare, non riuscì a dare il suo contributo che divenne invece sempre più prezioso con il trascorrere degli anni fino all’ultima sua presenza in campo con la maglia biancorossa. Non fu quell’addio che aveva sperato e il Città di Castello venne sconfitto all’allora stadio Comunale dalla Saici Torviscosa, squadra del Friuli Venezia Giulia. Era il 19 settembre del 1965.

Furono nove stagioni che sono rimaste per anni nel ricordo dei tifosi di una certa età. Renzini, per difendere la sua squadra, non si tirava mai indietro, anche se c’era da rischiarne pesantemente le conseguenze, come accadde nell’incontro di Gubbio il 4 giugno 1961. Contestò pesantemente una decisione del direttore di gara, e lui, che non era certamente un violento, rimediò tre giornate di squalifica.

Noi lo abbiamo voluto ricordare così, presentandolo anche a chi non ha avuto l’occasione di vederlo in campo e di conoscerlo nella vita di tutti i giorni. Siamo certi che chi veramente ama il calcio ne apprezzerà la figura. ◘

di Giancarlo Radici


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