Martedì, 16 Aprile 2024

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Pandemia

Come uscirne

silvia romano2

Possiamo uscire dalla pandemia, salvare la Terra, mettere al riparo l’universo umano, far continuare la Storia? Lo svolgersi degli eventi ci ha portato a queste domande estreme. Molte sono le risposte.

Per la pandemia, dicono i governi, dice la scienza, ci sono i vaccini; per l’economia dovrebbero provvedere i nuovi piani di investimento e di spesa; per salvare la Terra, mettere in sicurezza l’umano, ci vuole un’etica universale, diceva Hans Küng, il teologo indomito che dalle grandi religioni aveva estratto un distillato di morale naturale, dalla “regola aurea” alla nonviolenza, alla solidarietà, all’eguaglianza; per far continuare la Storia, garantire e rendere effettivi i diritti fondamentali per tutti ci vuole una Costituzione della Terra, dice Luigi Ferrajoli, il filosofo appassionato della democrazia e del diritto, dicono il movimento e la Scuola “Costituente Terra”, diciamo anche noi.

Ma in virtù di che cosa tutto ciò può avvenire, con quale forza, chi ci dice che non parliamo di utopie, qual è l’ultima risorsa onde la salvezza può giungere, tale per cui possiamo uscire del "pelago a la riva"?

In un’intervista al “Manifesto”, proprio in quei giorni in cui moriva Hans Küng, con ottimismo laico Luigi Ferrajoli affermava che realizzare “un costituzionalismo oltre lo Stato” che assicuri vaccini e farmaci salvavita per tutti, anche per i Paesi poveri puniti dal mercato, che istituisca un’organizzazione mondiale dell’istruzione, che introduca un demanio planetario titolare e dispensiere dei beni fondamentali per tutti, a cominciare dall’acqua, che introduca un monopolio pubblico della forza in capo a organi di polizia internazionale e perciò metta al bando le armi e gli eserciti nazionali, sottragga al commercio gli strumenti di sterminio e ci doni la pace, non è un’utopia, basta la ragione; l’idea che non esistano alternative è un’ideologia di legittimazione dell’esistente che naturalizza ciò che è totalmente artificiale, prodotto dell’irresponsabilità della politica e dell’economia.

Allo stesso modo era bastata la ragione quattro secoli fa a Thomas Hobbes per capire che per uscire dallo stato di natura e reprimere la libertà selvaggia foriera di morte ci voleva un patto di convivenza sulla base del divieto della guerra e della garanzia della vita.

Hans Küng pensava a sua volta che bastasse il richiamo a trattare umanamente l’umano, anche senza un esplicito appello alle fonti religiose garanti dell’umano. Draghi, in sintesi, fa appello alla coscienza contro la furbizia del salvarsi per primi.

A una questione analoga, che è poi la questione che accompagna l’umanità fin dall’inizio, aveva cercato di rispondere alla fine del secolo scorso un altro grande umanista, Claudio Napoleoni, e prima di lui uno dei maggiori filosofi del Novecento, Martin Heidegger. Napoleoni aveva argomentato come non fondata la risposta di Franco Rodano che nell’operazione laica della politica, ispirata dal marxismo, aveva individuato la via per uscire dalla crisi, e aveva posto il dilemma o di un’altra risposta laica, o di accogliere la suggestione lasciata aperta da Heidegger con la domanda se ormai solo un Dio ci può salvare.

La modernità, o meglio la sua ideologia, ha fatto la sua scelta; non conta su Dio, anzi non crede nemmeno che esista, ormai lo esclude anche come ipotesi; perfino le religioni si volgono contro se stesse, da Dio agli idoli non è un gran guadagno.

Resta la possibilità messa in conto da Napoleoni. Essa non era l’attesa di un miracolo, nessuno può ipotecare l’agire di Dio, ma era la disponibilità a mettersi alla sua scuola, a farsi imitatori di Lui, facendo ricorso a straordinarie attitudini di amore e di sacrificio, senza le quali, diceva, da questa situazione non si può venir fuori.

Solo più tardi doveva giungere papa Francesco a fare la sintesi, a rimettere di nuovo Dio in gioco chiamandolo per nome, rivelandolo come misericordia e solo tale, e insieme rivalutando gli uomini quali figlie e figli suoi generati come fratelli, e convocando le religioni tutte a un patto di fratellanza, di antidoto alla violenza e di pace.

Sono questi i termini della questione, è per tutto questo che possiamo sperare. ◘

di Raniero La Valle


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