Martedì, 05 Novembre 2024

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Cinema Eden. Un centenario annullato

Cronache d'eopoca

silvia romano2

Tutto ebbe inizio quel settembre del 1953 quando, in cima alla torre quadrata di Piazza di sotto, apparve una lunga e lucente antenna metallica con attaccato un cavetto elettrico, bianco e piatto, che cominciò a scendere giù giù per i fianchi dell’antica torre, per poi entrare nel sottostante negozio di “Vendita e riparazione radio” di Erardo Ercolani, all’inizio di Via Plinio il Giovane. Qualcuno attaccò il cavetto elettrico bianco e piatto a un piccolo schermo che si illuminò, facendo fluttuare fra una densa nebbia ombre indefinite. Fantasmi innevati e tante righe veloci e frenetiche che attraversavano senza posa lo schermo. Sempre in quel tempo altrettanta nebbia, neve e righe sincopate apparivano in un altro piccolo schermo nel negozio “Radio termo-luce” di Amilcare Consani in Piazza di sopra, a fianco della farmacia di Angelo Bini. Prove tecniche di televisione a Città di Castello. Quello che illuminava i due schermi era captato dall’antenna posta sulla torre che faceva da ripetitore a un’altra antenna, molto più potente, dalle parti di Monte Peglia, ma i risultati ancora non erano un granché. E i tifernati appiccicati col naso alle vetrine di questi negozi si beavano di quell’apparire in quegli schermi, soddisfatti per “aver visto la televisione”.

Prove tecniche di televisione a Città di Castello, in Italia, Europa, nel mondo. È iniziato l’assedio a tutte le sale cinematografiche del mondo, e del mondo fa parte anche Città di Castello con i suoi due più importanti cinema: il Vittoria e l’Eden. Passa poco più di un anno da quel 1953, la televisione ormai è il killer dei cinema, che sotto i suoi colpi cadono come birilli. Il killer spietato giunge anche da queste parti, complice pure quell’antenna posta sulla torre del Vescovo. Ora non diamo la colpa al Vescovo, ci mancherebbe altro! Anche perché la torre non è sua, ma del Comune. Questa paternità nasce dal fatto che la torre fiancheggia il settecentesco palazzo vescovile, poi l’antenna non c’è più, basta e avanza quella potentissima del Monte Nerone ad alimentare sempre più forte il gelido alito del killer sul collo dei due cinema nostrani. È inutile, cari cinema Vittoria ed Eden, che cerchiate di tenere buono il killer, di farvelo amico ospitandolo sui vostri palcoscenici il giovedì sera quando vi bombarda con l’arma letale del "Lascia o raddoppia", costringendovi a iniziare i film a notte tarda, quando Mike Bongiorno è andato a dormire.

Lassù, nel punto più alto della città storica, il killer è in agguato, pronto a dare il colpo di grazia al cinema Vittoria, sempre più solo in quella Piazza dell’Incontro. La gente lo sta abbandonando per le gambe delle sorelle Kessler. In sua compagnia è rimasto il suono delle campane del campanile rotondo, la solitudine lo infiacchisce, si ammala. Finti medici accelerano la sua fine, che arriva alla metà degli anni ottanta del secolo scorso. Il killer non perdona, si scrisse allora «…ormai rimani solo tu, cinema Eden, sei pieno di vita. Stai resistendo magnificamente all’assedio impetuoso di quel killer chiamato televisione. Stai combattendo bene una difficilissima battaglia. Ti sei attrezzato con i tempi, ce la stai facendo vecchio Eden, paradiso non perduto…».

eden3Non è andata così, caro Eden che hai attraversato la storia del cinema a Città di Castello. Una storia nata agli albori del secolo scorso. Ci sei entrato da eccelso protagonista quel 26 maggio del 1921, portando, per quel tempo, una boccata d’aria nuova per il cinema, ancora in fasce, da queste parti.

Ti presentasti così: «Sono il cinema Eden con una sala rettangolare di duecentotrenta metri e un palcoscenico di otto metri di apertura, adatto anche a spettacoli di varietà e per tenere conferenze, accademie e concerti. Posso contenere cinquecento persone, che comodamente sedute, potranno assistere agli spettacoli che verranno dati in questa elegante sala che sarà aperta tutto l’anno…» Mantenesti la parola e i tifernati ti ripagarono frequentandoti in tanti, da quel lontano 1921, fino a una manciata di anni fa, quando quel killer è riuscito a metterti nel suo mirino, segnando la tua sorte. Si scrisse allora: «Caro vecchio cinema Eden, hai quasi cento anni; sei stanco, anche a te il fiato è rimasto corto, però puoi ancora farcela, perché non è detto che la comunità tifernate non ti dia un aiuto per poter festeggiare i tuoi cento anni ormai a portata di mano…». Invece è andata storta, è arrivato il 2021, ma senza di te. Un centenario annullato. Vecchio amico Eden, forse sei tornato nel tuo giardino delle delizie di biblica memoria. Se ci sei ascolta, «perdonaci, ‘n ‘ci tenì ‘l muso, semo fatti cosé». ◘
Continua.....

di Dino Marinelli


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