Giovedì, 28 Marzo 2024

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L'Assessora un due tre

Città di Castello. L'allevamento intensivo di Petrelle arriva in Consiglio

silvia romano2

Un due tre è stato uno dei primi programmi comici della Rai, con protagonisti Vianello e Tognazzi. Ce l’ha fatto ricordare l’assessora Cestini rispondendo a una interpellanza del Consigliere comunale Marcello Rigucci del Gruppo misto sul progetto di allevamento intensivo di polli a Petrelle. Rigucci, dopo aver letto un articolo sugli effetti che l’allevamento potrebbe proodurre sull’ambiente e sulla salute umana, chiedeva per quale motivo fosse stata rilasciata l’autorizzazione. L’Assessora Cestini ha prontamente risposto con “un, due, tre”: le è mancato il comico di spalla, ma ha retto bene la parte da sola. Primo, ovvero un: la richiesta di Energala è stata esaminata con molta accuratezza, punti e virgole, senza rilasciare l’autorizzazione; due: alla seconda presentazione del progetto non ci siamo fatti trovare impreparati e abbiamo chiesto una bella raffica di documenti integrativi sul processo produttivo, sulla recinzione mimetica color verde sfumato adatto all’ambiente, oltre ai punti e alle virgole, e, ciliegina sulla torta, tutto è stato approvato sia dalla Commissione Ambiente sia dalla Soprintendenza. Tre: che dovevamo fa. Tutti hanno autorizzato, compresa la Asl e le anzidette, e noi no? Abbiamo anche ascoltato il Comitato, ha aggiunto ancora l’Assessora, il quale, se avesse avanzato rilievi, beh, allora, forse ci saremmo guardati negli occhi, e dopo aver considerato tutte le possibilità, le ipotesi e le controdeduzioni avremmo rilasciato ugualmente l’autorizzazione. Ma il Comitato non ha avanzato rilievi, per cui… E noi che dovevamo fa. Affermazione contraddetta da Nicola Morini, consigliere di opposizione di Tiferno Insieme, il quale ha fatto notare che il Comitato si è costituito proprio perché non voleva quel pollificio, e nell’incontro con l’Amministrazione comunale questa rassicurò che non sarebbe stata cambiata destinazione d’uso a quel luogo nel Prg e quindi il pollificio non sarebbe stato possibile realizzarlo. Indi, per cui, dove sta la ragione? E dove il torto? Sotto quale carta? Un, due o tre… scegliete!, direbbe il prestigiatore.

La vicenda ha avuto un secondo round, un successivo Consiglio che ha rinviato alla Commissione preposta in presenza di tutti i soggetti interessati, polli conpresi, per stabilire i diritti dei volatili, i diritti dei cittadini e quelli degli imprenditori.

In realtà non si tratta di stabilire se l’Assessora abbia o non abbia ragione secondo i combinati disposti di cavilli, articoli, leggi e norme, ma se una amministrazione di sinistra, che si riempie la bocca di verde, di ambiente, di green, di agende, di alleanze per il clima, abbia capito che ormai bisognerebbe favorire un altro tipo di sviluppo, di allevamenti, di produzioni agricole e zootecniche & ovicole alla luce di tutto quello che sta avvenendo nel mondo.

Ci si nasconde dietro la burocrazia, le soluzioni tecniche, e non si vede che la storia è cambiata, e oggi la consapevolezza dell’impatto che le attività umane hanno sull’ambiente e sulla salute stanno modificando gli orientamenti politici.

Gli amministratori dovrebbero usare altri registri, altri ragionamenti e saper mettere in campo altre visioni. Su questi temi si gioca il futuro dell’ambiente e della next generation, a cui non lasceremo in dote solo montagne di debiti, ma anche un pianeta avvelenato. Soprattutto dopo denunce autorevoli sul rischio rappresentato dagli allevamenti intensivi quali incubatori potenziali di virus, di malattie, di inquinamento.

Ma l’Assessora ha concluso in modo esemplare: «In Italia non ci sarebbe nessun allevamento se gli scenari che creerebbero fossero necessariamente quelli delineati da Rigucci». Probabilmente l’Assessora non vive in Italia e non sa che la Valle Padana con i suoi 8.5000.000 suini allevati intensivamente, oltre agli altri pennuti e quadrupedi, è una delle tre zone più inquinate del pianeta. E non vive neppure in Alto Tevere che è stata dichiarata una delle aree a più alta concentrazione di polveri sottili dopo la Pianura Padana (da dicembre a febbraio), con le acque sotterranee tra le più inquinate d’Italia (Ispra) e indice dei tumori tra i più alti (Istat). E non vive neppure in Europa dove sono stati uccisi 17 milioni di visoni allevati intensivamente perché contagiati. La lista è ancora lunga. Le autorità istituzionali Arpa, Regione ecc. danno pareri in base alle leggi. Ma anche qui come altrove, bisogna chiedersi se le leggi non siano state superate dalla realtà. Questa è la domanda a cui i politici devono rispondere. È il  loro compito prima di rilasciare autorizzazioni. ◘

Redazione

 


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