Venerdì, 19 Aprile 2024

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Grazie Europa

Politica internazionale

silvia romano2

Non speravo più di vivere un momento di vitalità dell’Europa come quelli che mi hanno entusiasmato nel corso di una vita, da quando il maestro ci spiegò che i nemici della guerra da poco conclusa si erano legati nella Comunità Europea del Carbone e l’Acciaio (1951), aprendo l’era della pace; e poi, la caduta del muro di Berlino (1989), Maastricht (1992), Erasmus (1987), Euro (2002).

IL MIRACOLO COMPIUTO

Con l’accordo di luglio, il 2020 potrebbe passare alla storia come l’anno della ripresa del cammino verso gli Stati Uniti d’Europa, dopo anni grigi di involuzione. Due le conquiste più importanti: l’assunzione di un debito comune, a carico di tutti gli Stati membri, che apre la prospettiva di una vera Banca centrale; l’avvio della rimozione del potere di veto da parte di un solo membro qualsiasi, che potrebbe preludere a necessarie cessioni di sovranità.

Il prodigio è stato generato da una straordinaria coincidenza di condizioni favorevoli.

- La pandemia, analogamente alla Seconda guerra mondiale, ha imposto alle nazioni, diventate più deboli, la necessità di unirsi per fronteggiare la catastrofe.

- La straordinaria evoluzione negli equilibri fra le potenze mondiali, sta imponendo all’Europa la riaffermazione del proprio ruolo nella civiltà.

- La presidenza del Cosiglio Europeo ricoperta in questo semestre dalla Merkel, fulcro dell’Unione, ha assicurato l’autorevolezza indispensabile, rafforzata dall’ambizione di passare alla storia.

- L’assenza del Regno Unito ha rimosso il freno di velleitarie nostalgie imperiali.

- L’enormità del nostro debito ha obbligato gli altri Paesi a buttarci un canotto di salvataggio per non affogare tutti.-

- La credibilità dei appresentanti italiani ha accreditato un’immeritata e insperata fiducia verso il nostro Paese.

- Soprattutto i legami - economici ma non solo - costruiti nel corso di mezzo secolo, hanno dimostrato la loro indissolubilità: lo straordinario risultato favorevole all’Italia, ottenuto nonostante nostrani atteggiamenti distruttivi, ne costituisce la prova incontrovertibile.

IL MIRACOLO DENEGATO

Tanti connazionali sono inconsapevoli - o fingono di esserlo - della situazione drammatica dell’Italia, che si ritrova umiliante fanalino di coda per l’enorme debito pubblico accumulato nei decenni e per l’incapacità di ridurlo; patetici nel minacciare pugni sul tavolo; paradossali nella parte di debitori diffidenti verso i potenziali creditori; presuntuosi nel rivendicare un italico passato glorioso di geni e conquistatori, come se fosse un merito e non un’aggravante.

IL MIRACOLO SPERATO

In queste condizioni, al miracolo maturato in Europa deve seguirne l’altro, ancora più straordinario, di ribaltare l’inadeguatezza-creativa, progettuale, organizzativa e politica - dimostrata negli ultimi decenni dall’Italia: non bastano soldi, che addirittura rischiano di accentuare egoismi, ma occorrono idee, volontà e senso dello Stato per investire in progetti utili al risanamento del debito, alla qualità del tessuto sociale e all’efficienza della burocrazia.

A tale riguardo, per non inficiare questo momento di speranza, stendo un velo sugli sprechi costantemente denunciati dall’Altrapagina. Oggi occorre pensare al futuro, alla ricerca delle non facili vie d’uscita. Proprio in questa ottica, nel numero di marzo (“Le condizioni per ripartire”), ho ricordato un piccolo fatto locale di cinque lustri fa – l’unificazione dei punti nascita – per evidenziare le condizioni che resero possibile evitare la paralisi decisionale determinata dalle opposizioni di entrambe le comunità coinvolte: gli umbertidesi, per sentirsi traditi da un concittadino venduto ai castellani, nell’azzerare quello che percepivano – impropriamente – come fiore all’occhiello; i castellani, per considerarsi derubati da un umbertidese che buttava soldi per un ospedale da radere al suolo. Allora, i fattori decisivi furono la bontà oggettiva del progetto e l’assenso sostanziale di un’unica forza politica al vertice della Regione e dei Comuni coinvolti. Oggi non mancano le intelligenze in grado di scegliere le priorità fra i problemi e di proporre le soluzioni; per realizzarle, c’è da augurarci che la gravità della situazione possa far sconfiggere individualismi, sovranismi e populismi, aggregando una forza politica sostenuta dalla maggioranza del popolo. È questo il miracolo necessario.

LE CONDIZIONALITÀ

Forse sono fra i pochi ad apprezzare i Paesi frugali, che hanno preteso di poter controllare i risultati delle risorse assegnateci dall’Europa (una parte delle quali proviene da tutti noi). Al prossimo eventuale spreco, invece di segnalarlo – come ho fatto da queste pagine – ai commissari europei Johannes Hahn e Corina Cretu, mi rivolgerò al premier olandese Mark Rutte, nella tenue speranza che i suoi propositi di fustigatore non siano stati ispirati solo dalla difesa dei suoi privilegi. ◘

 P.S.: Queste riflessioni, maturate a ridosso dell’accordo del 21 luglio, non sono inficiate dalla attuale coda di ripensamenti da parte di qualche governo che, al contrario, evidenziano la radicalità della svolta impressa dagli Stati fondatori dell’Europa.


Di Mario Tosti


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