Non chiedere al cielo quel che sarà.
Le stelle che ispirano canti
con il loro scintillante nitore,
le stelle che sorridono beate,
inviano forse quaggiù flussi arcani
oppure soltanto sguardi pietosi…
ma sono lontane dal nostro domani.
Chiedi alla Terra: lei quello lo sa.
Lei sa, il divenire che travolge
con grazia divina polvere e oro.
Nei suoi oceani nelle radici
dei ceppi nella sabbia alzata dal vento,
Lei è custode del sacro sapere.
Lei alma genitrice che nutre
l’eterna meraviglia che risplende
e accoglie con generosa umiltà
il disperdersi degli atomi muti.
Lei ha scritte, nell’orrore del patto
violato, la risposta al tuo destino.
Gaia non può dirti se il tuo amore
ti amerà per sempre, o se morirai
vecchio e stanco e sazio di giorni.
Ma Lei può rivelare oltre le imposture
delle Reclame, le turpi iniquità
dell’Uguaglianza negata, oltre
l’inganno di Prometeo divino,
altri accordi e altre armonie.
Un lungo infinito concerto.
Se hai perduto il respiro del cosmo
se non vedi luce oltre l’orizzonte
ascolta la Terra e ascolta la sete
dei sassi spaccati dal sole,
ascolta il pianto di chi non ha voce.
Cura la Terra come un’orsa madre
provvede con premura ai suoi cuccioli,
con mirabile perfezione.
Cura la Terra come un direttore
d’orchestra il suo primo violino
ma anche il fagotto e poi la tromba.
Lascia che i poeti e i bambini
prendano posto accanto ai maestri
E guarda la Terra con occhi chiusi
per vedere più lontano della fine.
Daniela Mariotti