UMBRIA. Istituto di Storia per l'Umbria Contemporanea
Dopo 44 anni di operosa attività, l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea è stato commissariato dalla nuova giunta di centro-destra presieduta da Donatella Tesei. Al presidente Mario Tosti, illustre professore universitario di storia contemporanea, è subentrato l’avv. Walter Biscotti, del quale non si conoscono competenze in materia.
È doveroso premettere che i problemi sono iniziati con la passata giunta di centro-sinistra, quando aveva deciso di avviare un percorso di razionalizzazione degli istituti di ricerca regionale. Però se l’era presa comoda e non era riuscita a completare l’iter prima delle sue dimissioni e delle elezioni. La giunta Tesei ha quindi avuto l’opportunità di prendere in mano il timone e di decidere la rotta, tenendo conto del fatto che ad aprile scadevano gli organi dell’Istituto. Avrebbe potuto lasciare Tosti pro-tempore, in attesa della ristrutturazione; ciò avrebbe garantito sicuramente una transizione migliore, considerate la competenza ed esperienza di Tosti. Invece s’è affrettata a commissariare l’ente.
La minoranza in consiglio regionale è stata colta impreparata. Dovranno imparare il mestiere del fare opposizione, loro che sono da sempre abituati a gestire… Poi sono passati al contrattacco, rendendo molto esplicite le preoccupazioni di chi ha a cuore l’Istituto e le sue finalità: «Si è proceduto alla nomina senza minimamente coinvolgere il Consiglio regionale, né i soci dell’Istituto, con un atto di cui ci riserveremo di verificare la legittimità giuridica. Il commissariamento dell’Isuc in queste modalità, che prefigura una futura chiusura o ridimensionamento dell’ente, sganciato da un conoscibile ridisegno complessivo dell’Istituto e delle altre agenzie regionali è davvero fuori luogo e incomprensibile. Costituisce la negazione di tutta la sua storia, della storia dell’Umbria, evidenzia il rifiuto del riconoscimento dell’autonomia della cultura, della ricerca e della didattica storica. Apprendiamo che il Commissario prescelto è l’avvocato Walter Biscotti, di cui non conosciamo le competenze e la cultura storica, ma che non sembra caratterizzarsi per il ruolo richiesto».
I consiglieri di minoranza hanno puntato il dito anche sui costi che comporterà il commissariamento. Nominando una figura esterna – affermano – la giunta regionale ha scelto di darle un compenso che può giungere fino al 70 per cento dello stipendio di un dirigente regionale. E aggiungono: «Si tratta di oltre 50mila euro all’anno, che saranno sottratte dallo scarno bilancio dell’Isuc, che attualmente ha in carico 7 borsisti precari che da anni lavorano con professionalità e competenza». La domanda che si pongono i consiglieri di minoranza è inquietante: «Per pagare il lauto compenso all’avvocato Biscotti, la presidente Tesei manderà a casa borsisti precari con famiglie che vivono solo di questo lavoro?».
Domande legittime, che comunque non sollevano il centro-sinistra dalle sue responsabilità per la improvvida gestione della questione. L’Istituto viveva nell’incertezza già prima del ribaltone elettorale e i contratti dei suoi collaboratori sono scaduti il 30 novembre scorso. La giunta Marini avrebbe potuto fare qualcosa, finché è rimasta in carica.
Nonostante il cambio della guardia, finora nessuno ha ancora parlato di un eventuale ridimensionamento dell’Isuc, né di interventi tali da condizionarne l’attività e gli indirizzi scientifici e ideali. Tuttavia siamo uomini di mondo e non è una bestemmia sospettare che per qualcuno – di coloro che magari considerano impropriamente l’Isuc un “covo della sinistra e dell’antifascismo” – sia questa l’occasione giusta per una resa dei conti. Confidiamo però che prevarrà l’intelligenza. L’Umbria ha cambiato il colore politico dei suoi amministratori, ma non la sua identità, che è ampiamente condivisa. L’Isuc dovrà continuare a svolgere la sua attività di ricerca scientifica e di didattica senza condizionamenti e con adeguate risorse.
Redazione l'Altrapagina