Martedì, 05 Novembre 2024

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Cultura: Rosalia Montmassone e la spedizione dei mille

douglasAppena qualche numero fa, proprio da queste pagine, Amedeo Zupi sottoponeva all’attenzione dei nostri lettori il volume di Giaco­mo Oddo “I mille di Marsala” pub­blicato nel 1862 a Milano. Quasi del tutto dimenticato nella folta lette­ratura garibaldina il volume viene oggi ristampato in copia anastati­ca dall’editore Francesco Tozzuo­lo. Milleduecentoquattro pagine che documentano, con una prosa appassionata i luoghi e gli uomini che hanno partecipato alla spedi­zione. Affiorano tutte le questioni politiche della monarchia, della repubblica del meridione d’Italia. Questo frate che segue Garibaldi racconta molte azioni eroiche e ci offre l’elenco alfabetico di quanti partecipano allo sbarco. Ci raccon­ta l’autore delle rivolte soffocate nel sangue, dai Borboni a Palermo nel mese di aprile e che motivano lo sbarco del’11 maggio 1860 a Mar­sala. Parte tutto da quella che po­tremmo chiamare l’avanguardia dei cantieri navali palermitani e che, con Francesco Riso, si era messa alla testa delle lotte. Calafato è il mestiere di tanti che verranno pas­sati alle armi dalla monarchia dei Borboni. Molti dei ribelli apparten­gono alla gloriosa professione dei “maestri d’ascia”.

Tra le altre cose, Giacomo Oddo ricorda quanto Ga­ribaldi fosse orgoglioso delle sue camicie rosse e con quanto piacere esibisse, in particolare alle delega­zioni inglesi e francesi che lo rag­giungevano, la “legione ecclesiasti­ca” capitanata dal sacerdote Paolo Sardo. Si racconta che Alessandro Dumas a bordo della sua goletta, Emma, arriva in Sicilia per soste­nere Garibaldi e i suoi uomini. Poi compare la figura di Rosalia Mont­masson, l’unica donna che sbar­ca con i Mille. Per parlare di lei ci siamo avvalsi della scrittrice Maria Attanasio che per i caratteri della Sellerio ha pubblicato il romanzo “La ragazza di Marsiglia”. È pro­prio qui che la Montmasson cono­sce Francesco Crispi, esule, in fuga dall’Italia. I due giovani si innamo­rano. La vita da esuli non è certo facile. Lei era nata nel 1826 in Alta Savoia. Il sostentamento quotidia­no della coppia è retto dal lavoro di Rosalia che lava e stira camicie per famiglie facoltose. Crispi viene ar­restato. Riesce a riparare a Malta dove Rosalia lo raggiunge. Qui, in vista di un nuovo esilio, decidono di sposarsi.

Nella notte del 5 mag­gio 1860 partendo da Quarto la Montemasson indossa pantaloni e camicia rossa. È lei che, parlando della battaglia di Calatafimi, Oddo definisce “l’angelo della giornata” per come si prodiga nel soccorso dei feriti. Sempre a lei, si dice, ven­gano affidate missioni clandestine particolarmente delicate. France­sco Crispi è nominato Governato­re della Sicilia e intanto procede la risalita di Garibaldi verso Napoli. L’eroe dei due mondi si muove nel mezzo del feroce scontro politi­co tra mazziniani e monarchici. Il nuovo regno viene proclamato il 17 marzo 1861. Esplode anche il rap­porto di coppia tra la Montmasson e Crispi. Passato al partito che so­stiene la Casa Savoia e divenuto Mi­nistro degli Interni, Crispi con delle nozze segrete si unisce a Filomena Barbagallo conosciuta come Lina. Usa la propria posizione politica per sfuggire all’accusa di bigamia che definitivamente compromette­rebbe la carica di Ministro. Se Fran­cesco Crispi fosse stato mandato a giudizio, condannato ad anni di car­cere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, come accadeva in quel periodo ad altri indagati per lo stesso reato, un po’ diversa forse sa­rebbe la storia che racconteremmo oggi .

Sua Eccellenza, don Ciccio per gli amici, imbastisce una serie di trame perché venga reso nullo il matrimonio con Rosalia Montmas­son. Si arrivò a dire che le nozze celebrate a Malta dal gesuita Luigi Marchetti erano avvenute in una casa privata. Sui giornali si scrisse che quel prete, tossico e girovago che le aveva celebrate, non avesse nemmeno la facoltà di sommini­strare i sacramenti in quanto so­speso a divinis dopo il suo coinvol­gimento nella Repubblica Romana. Rosalia Montmasson su tutta la vicenda mantiene un silenzio che molta stampa del periodo defini­sce inspiegabile, quasi una resa al potente marito. Rosalia Montmas­son scompare dalla vita di Crispi, scompare anche dai libri e dalla memoria collettiva. Il documentato romanzo di Maria Attanasio ce la fa ritrovare insegnante alla Scuola Femminile di Trastevere fondata da Sara Nahan, amica di Mazzini. Qui le ragazze sono educate come i maschi, secondo il principio di uguaglianza. È rigorosamente vie­tato, soprattutto, l’insegnamento di economia domestica.

Redazione l'Altrapagina.it


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