Cosa accade nell’intricata questione mediorientale? Lo chiediamo a Giulietto Chiesa, studioso di problemi internazionali, che segue da vicino l’atteggiamento dei grandi blocchi (Stati Uniti, Russia e Cina) che si fronteggiano nello scacchiere mondiale. «Tutti i giornali parlano del riscaldamento climatico, ma sappiamo che il destino dei prossimi trent’anni è ancora legato ai combustibili fossili, perché l’intera struttura economica mondiale è costruita su questa energia».
Le sollecitazioni di Greta Thunberg spingeranno i potenti a cambiare idea?
«Penso proprio di no. In Medioriente c’è la gran parte del petrolio e del gas scoperta e utilizzabile ed è chiaro che si concentri in quest’area l’attenzione e la volontà di controllo delle grandi potenze occidentali».
La situazione energetica potrebbe peggiorare?
«Stiamo bruciando una quantità sterminata di idrocarburi e potrebbe verificarsi un collasso economico-finanziario imprevedibile. Il controllo del petrolio è nelle mani dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi Uniti e degli Stati Uniti, e attraverso lo stretto di Hormuz transita il 22-25% del petrolio che viene utilizzato in Europa».
E se dovesse verificarsi un evento militare improvviso?
«In una settimana l’Europa sarebbe in ginocchio, il prezzo del petrolio andrebbe alle stelle, l’economia mondiale crollerebbe. In quell’area ci sono interessi sufficienti a far scoppiare la terza guerra mondiale».
Cosa pensa del piano di pace elaborato da Trump per realizzare la convivenza tra israeliani e palestinesi? Quali sono le ripercussioni nel mondo arabo?
«La parola “convivenza” non è praticabile a queste condizioni. È un piano di espropriazione definitiva, con la pretesa di diventare giuridicamente e internazionalmente valido. È una decisione unilaterale presa dagli Stati Uniti e Israele, senza consultare la Palestina».
È solo un tentativo di creare un precedente?
«È una proposta impossibile da accettare da parte dei palestinesi. Sarebbe la decisione di vendere i loro diritti nazionali e umani, chiedendo ad Abu Mazen e Hamas la dichiarazione del Bantustan palestinese». Giulietto Chiesa osserva con attenzione la carta attuale della Palestina: «È un puzzle. Per passare da una città all’altra i palestinesi devono chiedere l’autorizzazione agli israeliani. Anche la proposta oltraggiosa di creare un ponte alto trenta metri che colleghi alcune zone della Cisgiordania a Gaza è un’offerta mortale. Questo piano è una vera e propria provocazione. La questione è stata posta in questi termini da Israele, che spinge allo scontro con l’Iran».
La più grande potenza del mondo si è messa al servizio di Israele?
«Ne ha assecondato la politica e ciò costituisce un pericolo estremo. In Israele c’è un fanatismo nazionalista che richiede il riconoscimento di uno stato ebraico, senza alcuna multiculturalità e senza alcuna democrazia. I palestinesi devono andarsene o assoggettarsi. Poiché questa soluzione non è praticabile, non rimane che la guerra».
Nello scontro tra USA e Iran abbiamo sfiorato una guerra. Qual è a suo parere la politica americana e quali obiettivi persegue?
«L’élite intellettuale americana e il suo gruppo dirigente sono impregnati di un’idea profondamente sbagliata e pericolosa: quella di dominare il mondo. Lo affermano in ogni circostanza e non sono disposti a negoziare con nessuno. Il tenore di vita americano non è negoziabile».
Non le sembra che il gruppo dirigente americano contraddica questo assunto?
«Il mondo non può essere governato dagli USA come è accaduto nell’ultimo mezzo secolo, è un percorso impraticabile. Come l’epidemia di Coronavirus, che travolge la Cina, dimostra che il mondo è un’altra cosa e bisogna gestirlo insieme, altrimenti andiamo incontro a una grande involuzione».
Gli Stati Uniti pensano di poter decidere per tutti gli altri?
«L’ultimo documento strategico americano dice esplicitamente che la Cina e la Russia sono nemici da fronteggiare e la guerra sembra imminente. È una logica demenziale che presume di piegare al loro volere il resto del mondo».
Ma questa forza non ce l’hanno più?
«Il monopolio del potere politico non è in mano americana. L’unica soluzione ragionevole sarebbe quella di prenderne atto e di governarla, sedendosi a un tavolo e dividendosi le responsabilità. Ma né la componente trumpiana, né quella di Obama e Clinton sono in grado di farlo perché sono scivolate verso una deriva bellicista».
Insomma il vero pericolo è l’America?
«La Cina e la Russia non hanno nessuna intenzione di provocare disastri nel quadro economico mondiale, anzi sono state molto prudenti, non esercitando il potere che in qualche misura hanno già. A prescindere dalle conseguenze del Coronavirus, l’ascesa del gigante cinese è inarrestabile e determina il livello di crescita e decrescita del mondo intero. Ormai la classe dirigente statunitense non può pensare di non negoziare con il resto del mondo».
A Davos si sono incontrati gli uomini più potenti del mondo per disegnare un nuovo ordine mondiale. C’è posto per tutti e anche per il destino del pianeta?
«Dire che c’è posto per tutti è un’ovvietà, ma dipende dal riconoscimento dell’interdipendenza. Noi stiamo entrando in un mondo disuguale provocato da un capitalismo finanziario che non regge più e fa aumentare il debito di tutti, a cominciare dagli Stati Uniti».
È stata la globalizzazione a creare dei processi di accelerazione che non riusciamo più a controllare?
«Non si può pensare di gestire gli interessi di sette miliardi di persone mentre solo una parte accresce il proprio potere tagliando fuori il resto del mondo, 2351 individui possiedono più ricchezza di cinque miliardi. Perché ci sia posto per tutti e in condizione di uguaglianza bisogna rompere questo paradigma, altrimenti quando cominceranno a maturare problemi irrisolvibili, i più potenti useranno la forza».
logia e l’informazione nel contesto attuale in cui le persone sono sempre dipendenti dai media? È davvero la fine della democrazia?
«I quattro giganti che io chiamo G.A.F.A. (Google, Apple, Facebook, Amazon) si sono impadroniti della vita di due miliardi e mezzo di persone, controllando il tempo, modificando i consumi e orientando le scelte. La loro potenza è tale da influenzare persino la spiritualità, cancellando e violentando la democrazia: viviamo in un mondo sempre più autoritario e il potere è concentrato nelle mani di coloro che detengono le ricchezze del pianeta».
Anche le nostre convinzioni potrebbero essere sconvolte?
«Penso proprio di sì. Come europei abbiamo l’illusione di essere al centro del mondo e di poter dominare altri Paesi. Avremo delle sorprese. Prepariamoci a un grande impegno intellettuale e morale per affrontarle».
Di Achille Rossi