Dibattito - Dopo le elezioni. Alla ricerca di nuove idee per la sinistra che verrà
La sinistra in Italia è in piena crisi identitaria. Si è indebolita negli ultimi decenni, smettendo di studiare, di approfondire, di stare tra la gente e coglierne i bisogni, diventando incapace di progettare e di avere una visione globale complessiva di paese senza tradire i propri valori fondanti. Il tanto decantato progressismo della sinistra si è arrestato, non investendo nell’innalzamento culturale della propria classe dirigente. L’avanzata dei populisti è solo una delle conseguenze dirette di questo lassismo generalizzato. Esiste ancora un popolo che aspetta di ritrovarsi in un partito capace di guidare e proporre politiche strutturate per combattere l’iniquità sociale, l’ingiustizia fiscale e la corruzione, rilanciando allo stesso tempo l’economia del paese. Questo partito può essere il partito Democratico, ma solo a patto di invertire subito la rotta.
Servirà tempo, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, e ripartire dai territori, dalla serietà e competenza di chi amministra Regioni e Comuni, come ci ha insegnato la vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna. Serietà e competenza sono l’antidoto a tutto ciò che finisce per “ISMO” dal populismo, al clientelismo financo ai più odiosi rigurgiti di fascismo, e insieme a una buona dose di umiltà e di intelligenza emotiva, possono essere considerate a pieno titolo le caratteristiche attraverso cui selezionare la nuova classe dirigente. Personalmente sto seguendo con molto interesse negli Stati Uniti l’ascesa di Pete Buttigieg, il candidato alle primarie dei democratici che ha vinto a sorpresa in Iowa. Classe ‘82, laureato ad Harvard e Oxford, ha alle spalle una gestione di successo come Sindaco e un’esperienza militare in Afghanistan.
Un uomo dall’identità chiara: veterano di guerra, gay, americano-maltese, cattolico e giovane, con un messaggio altrettanto chiaro: presentarsi come il candidato più eleggibile e trasversale, capace di raccogliere sia il voto moderato che quello liberale, dei giovani e della classe lavoratrice che votò in massa per Trump alle precedenti elezioni. Ritornando con alcune riflessioni conclusive al nostro bel paese, credo che il partito democratico abbia il compito di ricostruirsi e ridare valore ad una storia importante, mettendo le basi alla vera sfida che ci attende, quella sui programmi e sulle idee e aprendosi a tutte le forze di centro sinistra che si riconoscono negli stessi valori.