Al Parco archeologico del Colosseo rivive “Il mito immortale di Carthago” (fino al 29 marzo 2020) con oltre quattrocento reperti, provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali italiane e straniere. La rassegna, valorizzata anche da inedite ricostruzioni e installazioni multimediali, mette a confronto le vicende delle due grandi potenze del mondo antico, Cartagine e Roma.
Il percorso narrativo parte dalla fondazione dell’Oriente fenicio, passa per la storia della città e dei suoi abitanti, l’espansione nel Mediterraneo e la ricchezza degli scambi commerciali e culturali nella fase che va dalle guerre puniche all’età augustea, sino a giungere alla complessità del processo di romanizzazione che ha portato Roma ad annientare, nella battaglia delle Egadi (241 a.C.), nuta l’unica sua temibile rivale per il controllo del mare.
Il processo di interscambio culturale tra le sponde del Mediterraneo è raccontato, all’interno del Foro Romano, nel tempio di Romolo con i casi di studio di Nora e Pantelleria. Il percorso prosegue nella Rampa imperiale con la rifondazione della nuova Colonia Concordia Iulia Carthago, che per tutta l’età imperiale si distinguerà per la sua superficie di oltre 200 ettari e che diverrà, a tutti gli effetti, una città monumentale dotata di edifici da spettacolo e lussuose abitazioni private, famose ovunque per la ricchezza dei loro mosaici policromi di cui si hanno in mostra alcuni straordinari esemplari. L’esposizione si conclude con testimonianze del nascente cristianesimo, di cui Cartagine è stata uno dei principali centri propulsori.
Alle Scuderie del Quirinale, invece, la mostra “Pompei e Santorini” (fino al 6 gennaio 2020) è concepita come un viaggio nel tempo alla scoperta delle due antiche città, accomunate da un’identica fine e preservate nei millenni dalle ceneri vulcaniche. Più di trecento oggetti (fra statue, affreschi, vasi, rilievi, gemme, incunaboli e quadri) ripercorrono un arco cronologico di 3.500 anni, dall’età del bronzo ai nostri giorni. Un racconto immersivo con un allestimento coinvolgente che si snoda tra ricostruzioni di ambienti, (con oggetti di uso quotidiano) e proiezioni di videoarte.
Sin dall’antichità le catastrofi vulcaniche hanno scandito lo scorrere della storia. Sono emblematici i casi di Akrotiri, fiorente capitale dell’isola di Thera, oggi conosciuta come Santorini, sepolta da un’eruzione nel 1613 a.C., e Pompei, investita dalla furia del Vesuvio nel 79 d.C. I cataclismi non hanno inghiottito solo le due città, ma un intero sistema di pensiero che riaffiora tramite le indagini archeologi- che.
I temi esaminati trattano diverse problematiche archeologiche, come la disamina dei contesti, l’uso dei calchi in gesso, l’analisi delle abitudini sociali e della ritualità, lo studio della connettività economica e culturale nel Mediterraneo antico. La mostra racconta quindi una storia fatta di repentine catastrofi naturali e affascinanti riscoperte archeologiche per rivelare le origini e gli sviluppi della nostra cultura. Eventi speciali e laboratori contribuiscono ad arricchire e approfondire i contenuti dell’esposizione; gli studenti possono avventurarsi anche in una visita letteraria, accompagnati dalle parole di scrittori e filosofi, dall’antichità fino al Novecento. L’evento propone anche una serie di appuntamenti al Teatro Argentina di Roma condotti da archeologi, storici dell’arte, intellettuali e giornalisti per indagare il fenomeno eruttivo dal punto di vista scientifico, geologico e sociale.
Maria Sensi