Le nuove reti di connetti- vità che utilizzano la tecnologia 5G comportano rischi senza precedenti per la salute e l’ambiente, la vita umana, animale e vegetale. Questo è solo uno dei tanti problemi legati al suo sviluppo, anche se è un aspetto fondamentale che dovrebbe proibirne l’espansione. Questi problemi sono un elemento cruciale di trasformazioni importanti, per lo più negative, in molti aspetti della vita economica, politica e sociale dei paesi. Esse influenzeranno radicalmente la produzione di servizi e il commercio internazionale, e forniranno nuove forme di sorveglianza e controllo, il tutto centralizzato nelle mani di poche società transnazionali e di alcuni governi. Sia per la Cina che per gli Stati Uniti l’espansione della tecnologia 5G è una politica del governo, che sta sullo sfondo del blocco di Huawei, dato che la Cina è più avanzata nel suo sviluppo.
Le reti 5G, così chiamate perché rappresentano la quinta generazione di reti di comunicazione wireless, promettono di essere notevolmente più veloci e con una maggiore capacità di trasmissione dati (maggiore larghezza di banda), in modo da poter coprire un numero molto maggiore di connessioni nello stesso spazio. L’idea è di aumentare la velocità di download fino a renderla 20 volte superiore a quella che si ottiene con le attuali reti 4G.
La tecnologia 5G non è solo uno sviluppo delle precedenti, ma cambia anche la frequenza d’onda con cui si trasmette. Inserisce una frequenza di onde millimetriche, molto più corte delle precedenti e con una densità molto maggiore. Poiché il suo raggio d’azione è molto più ristretto, per sostituire le reti esistenti ed espandere il suo potenziale sarebbe necessario installare un numero enorme di antenne a corto raggio, ogni 100 metri (10-12 case) nelle aree urbane. Queste saranno a loro volta collegate a una fitta rete di migliaia di sa- telliti a bassa quota, in modo, assicurano i promotori, da poter collegare qualsiasi area del pianeta senza interruzioni di trasmissione.
Questa capacità di collegare più dispositivi alle reti wireless farà fare un salto di qualità all’internet delle cose, che si riferisce alle connessioni senza fili tra tutti i tipi di dispositivi industriali e domestici - da telefoni, computer, schermi, telecamere e automobili che ci vedono, a macchine del caffè, stufe, frigoriferi, letti e altri mobili “intelligenti”, automobili, dispositivi sanitari, tutti collegati alla documentazione che ci riguarda a livello di salute, lavoro, situazione bancaria, istruzione, abitudini di consumo, attività ricreative, ecc.
Nell’ambito delle cosiddette “città intelligenti”, anche in spazi aperti o centri commerciali, centri educativi e pubblici, si giungerà a una moltiplicazione esponenziale dei sistemi di connettività, sorveglianza, tracciamento e identificazione, con una moltiplicazione di droni e veicoli a guida autonoma per servizi, consegne e sorveglianza.
Tutto questo rappresenta un’invasione di spazi, menti e corpi che non avremmo mai potuto immaginare, ma rappresenta anche una fonte inesauribile di dati su di noi e sul corpo sociale, da vendere a compagnie di assicurazione, aziende farmaceutiche e produttori di molti altri beni, e persino a entità politiche e di manipolazione elettorale, come spiega Sally Burch su La Jornada.
Oltre a ciò, l’esposizione delle persone e di qualsiasi essere vi- vente alle radiazioni elettromagnetiche aumenterà in modo esponenziale, un problema, questo, già preso in considerazione per le reti di comunicazione esistenti.
Per quanto riguarda queste ultime, infatti, esistono numerosi studi che dimostrano i rischi delle radiazioni legate all’uso di telefoni cellulari e wifi. Il Consiglio d’Europa, per esempio, già nel 2011 (risolu- zione CE 1815) dichiarava che: il pubblico dovrebbe essere informato sui rischi; il livello delle frequenze consentite an- drebbe abbassato; andrebbero limitate le connessioni wireless e sostituite con connessioni via cavo nelle scuole, nelle biblioteche e nei luoghi pubblici, perché il rischio è maggiore per i bambini.
Una serie di studi scientifici riferisce che queste radiazio- ni elettromagnetiche producono stress da cellulare, danni genetici e del sistema riproduttivo, deficit di attenzione e di apprendimento, disturbi neurologici e, per la combinazione di diversi fattori, sono potenzialmente cancerogene. Hanno effetti anche sui sistemi di orientamento di uccelli, api, formiche, rane e altri animali che sono stati studiati. Katie Singer, autrice del libro An Electronic Silent Spring (Una primavera elettronica silenziosa), dà conto di molti di questi studi, anche relativi agli impat- ti sull’essere umano.
Nonostante tutto ciò, la densa rete a microonde millimetriche e lo strato di radiazione elettromagnetica a cui ci esporrebbe la massiccia installazione di reti con tecnologia 5G è senza precedenti. Sia per il tipo di onde che per l’aumento del numero di dispositivi di trasmissione e ricezione, per la continuità e l’assiduità d’uso, per le reti satellitari di cui necessitano per comunicare tra loro e per il progetto di espansione globale in ogni angolo del pianeta.
Per tutte queste ragioni, un gruppo di medici e scienziati di diversi Paesi ha rivolto un appello internazionale alle Nazioni Unite, con riferimento a diversi studi, per fermare l’installazione di queste reti. È urgente conoscere e ampliare il dibattito: la posta in gioco è troppo alta.
Silvia Ribeiro è una ricercatrice del Gruppo ETc Traduzione a cura di camminardomandando |