Società. I Rom sono vittime di pregiudizi sempre più diffusi
Quella che segue è un piccola storia di provincia, fatta di pregiudizio, superficialità e paura. Storie simili in questi ultimi anni, in Italia, capita spesso di ascoltarle.
Ma veniamo ai fatti. Lo scorso mese di ottobre, una giovane donna, una mamma, manda su whatsapp un vocale a un’amica, mamma anche lei, per informarla di un fatto grave capitato a Trestina il giorno precedente. Il contenuto del messaggio è pressappoco questo: «una banda di quattro zingare utilizzando spray al peperoncino sta cercando di colpire nella zona tra Trestina e Castello. Ieri, in pieno pomeriggio, a Trestina le zingare hanno aggredito una mamma proprio vicino la stazione dei carabinieri. All’inizio si pensava che volessero rubarle la borsa, ma invece volevano rapire la bambina. La notizia me l’ha confermata un amico mio carabiniere. Le zingare fortunatamente sono state fermate, le hanno arrestate. Ma, sai com’è in Italia, queste fra qualche giorno escono. Allora volevo condividere questa cosa con te perché magari puoi dare l’informazione alle scuole, alle maestre perché è meglio che facciano attenzione, è pericoloso, con i bambini fuori a giocare nei giardini».
Il vocale si diffonde rapidamente su molti gruppi whatsapp di genitori delle scuole materne e dell’infanzia dell’Alta Valle del Tevere. In alcune di queste stesse scuole si decide, come viene suggerito nel messaggio, di tenere l’atten- zione più alta e di fare controlli più serrati agli ingressi degli istituti.
Insomma, una sentimento di paura e insicurezza si insinua nella quotidianità di molti genitori e di molti insegnanti. La notizia della “banda delle zingare” però è del tutto falsa. Il sito di informazione ATVReport il 22 ottobre scrive infatti «È falsa la notizia che sta circolando in queste ore sui social network e addirittura con audio dettagliato inviato su whatsapp che racconta di quattro donne, descritte come zingare, che avrebbero tentato di sequestrare un bambino con l’ausilio di uno spray.