La scomparsa di Salvatore Lo Leggio

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Un intellettuale riservato

87 1E’ morto l’8 settembre in Sicilia a Campobello di Licata, paese di origine, Salvatore Lo Leggio.Salvatore aveva appena compiuto 71 anni. Formatosi e forgiatosi all’Università di Palermo, alla facoltà di Lettere, con la generazione del ‘68 insieme a Peppino Impasta- to e Salvo Vitale (entrambi simboli della lotta antimafia) è stato non solo un militante di sinistra e del PCI ma anche un fine intellettuale e un curioso a tutto tondo, in parti- colare di storia.

Si trasferì in Umbria per insegnare al Liceo Scientifico di Assisi e successivamente a Perugia chiedendo la sua carriera lavorativa al Liceo Mariotti. Ha vissuto per molti anni a Bastia Umbra dove ha fatto il consigliere comunale e il capogruppo del Partito Comunista Italiano.

In quegli anni pubblicò vari numeri di un giornale locale di partito. Successivamente ha partecipato nella fase iniziale alla formazione di Rifondazione Comunista di cui fu il primo segretario provinciale. Fondatore, redattore e coordinato- re, dal 1998 al 2012, di “micropolis” mensile umbro di economia, politica e cultura distribuito con “Il Manifesto”, ne è stato una vera colonna portante e scriveva soprattutto di storia e letteratura.

È stato uno degli artefici della costtituzione di LIBERA in Umbria e ricordo la gioia per l’inaugurazione in marzo di una via intitolata a Peppino Impastato a Bastia Umbra, dove, con un lungo intervento farcito di annotazioni storiche, ha presenziato e relazionato. Studioso del pensiero della non violenza, in particolare di Aldo Capitini e Danilo Dolci, Salvatore curava anche un suo blog dove si dilettava scrivendo di poesia e raccontava le sue esperienze, in particolare quelle siciliane.
Amabile conversatore, quando lo si incontrava si sapeva quando si cominciava a parlare, ma non quando si finiva.
Le sue analisi, il suo spessore intellettuale e anche le sue esperienze giornalistiche sono un patrimonio importante per una regione come l’Umbria che è ricca ricca di tante cose ma non di intellettuali. (Luigi Ciotti)

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