Giovedì, 28 Marzo 2024

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Quando il diavolo ci mette la coda

Una vicenda particolare ha animato la fase pre-elettorale del Psi. Il sindaco Bacchetta, forte di consensi in casa quanto bisognoso in trasferta, ha percorso varie strade per cercare portatori d’acqua al suo mulino, rivolgendosi prima al Pd (componente mariniana-bocciana-cecchiniana), poi alla destra, ancora al compagno di partito Stirati, infine ai civici, senza aver mai abbandonato la prima ipotesi interna al Pd.

In questo incrocio di itinerari plurimi, un fatto inedito è scaturito da una interrogazione proposta dal gruppo consiliare “Castello Cambia” su una procedura amministrativa. Di che si tratta? L’interrogazione chiedeva chiarimenti circa una procedura di mobilità volontaria per ricoprire due posti vacanti, e, in particolare, se tale Alessia Tasso (una delle richiedenti la mobilità) nonché vicesindaco del Comune di Gubbio, si fosse trasferita professionalmente al Comune di Città di Castello (come da notizia di stampa), se la prova di selezione fosse già stata svolta e perché fosse stata scelta una procedura destinata a essere superata dopo pochi giorni da nuove norme. Il Sindaco, nella risposta, ha coperto con un profluvio di invettive la formulante consigliera di Castello Cambia Emanuela Arcaleni, dando a dir poco in escandescenze e respingendo qualsiasi allusione tra la suddetta Tasso e le sue aspirazioni elettorali. Ecco i fatti. Il 3 giugno (Determina 470) il Comune avvia una procedura di mobilitazione volontaria per la copertura di n. 2 posti a tempo pieno, Cat. C, profilo professionale “Tecnico”.

I posti pubblici devono essere assegnati, per legge, con concorso, non prima però di aver verificato l’inesistenza di soggetti interessati a ricoprirli con mobilità volontaria e/o mobilità obbligatoria. Accertata la presenza di tre richieste di mobilità volontaria, il Comune, con determina n.ro 705 del 01/08/2019, nomina la Commissione che dovrà valutare i concorrenti nel mese di ottobre. È qui che nasce il caso. Il quotidiano“Il Messaggero” il giorno 20 agosto esce con la notizia che la sig.ra Alessia Tasso, attualmente dipendente del Comune di Firenze, «… professionalmente si è trasferita dal Comune di Firenze a quello di Città di Castello». Il quesito è evidente: come ha fatto il Messaggero a dare la notizia del trasferimento professionale della vicesindaca il 20 di agosto, se la selezione si dovrà svolgere nel mese di Ottobre? E da dove è uscita tale notizia? L’intreccio velenoso nasce dalle plurime dichiarazioni (a suo tempo rilasciate) del Sindaco Bacchetta a sostegno del candidato Presidente Filippo Mario Stirati per la Regione, cosa che non si è avverata, perché il Sindaco eugubino ha rifiutato tale impegno per fedeltà al mandato ricevuto, indicando sua vece l’altra eugubina Alessia Tasso. Quindi, se tale scenario si fosse realizzato, la situazione sarebbe stata questa: la candidata Tasso, indicata dal Sindaco di Gubbio a  Correre per la Regione, è approdata a Città di Castello dipendente del Sindaco che ha manifestato la volontà di affiancare Stirati, rinunciante, e quindi alla “sostituta” Alessia Tasso.

Singolare, non c’è che dire! Vi sarebbe stato un disegno occulto nella vicenda? Non lo possiamo affermare. E allora cosa emerge da tutto ciò? Che la richiesta di mobilità della sig.ra Tasso è perfettamente legittima, così come regolare è la procedura di mobilità. E pure legittima è l’aspirazione del Sindaco Bacchetta a voler scalare la Regione: è la politica! La stonatura nasce dalla divaricazione tra le peripezie compiute dal primo cittadino per stare nel gioco delle candidature, dopo aver ostentato disinteresse a motivo del suo mandato. A mettere le cose a posto è intervenuto l’accordo Zingaretti / Di Maio, replicato in Umbria come “patto civico”. A seguito del nuovo corso, buona parte della vecchia classe dirigente obtorto collo ha dovuto bere il calice amaro della esclusione. E tra questi anche Bacchetta. Ma se la vicenda si è dunque sgonfiata, rimane altamente istruttiva. Essa dimostra che la classe dirigente di sinistra umbra, come quella nazionale, è entrata in una fase nuova, in cui storie e tradizioni, appartenenze e identità, non costituiscono più valori identitari di riferimento. Ormai tutto è intercambiabile; tutti possono stare con tutti; l’unico collante è il potere. “Datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo” ha detto Archimede, uno scenziato che il mondo lo ha cambiato davvero. Più modestamente i politici attuali hanno bisogno bisogno di un’unica leva: il consenso, non per cambiare il mondo, ma per mantenere il loro piccolo privilegio.


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