La scommessa di Greta

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L’espressione di Greta Thunberg di fronte all’Assemblea Generale dell’Onu sul clima colpisce soprattutto per lo sguardo, come avesse concentrato in quel momento tutta la rabbia a lungo repressa. Le sue parole cadono come macigni: «È tutto sbagliato. Io non dovrei essere qui. Dovrei essere a scuola, dall’altra parte dell’oceano. Eppure venite da me per avere speranza? Come osate! Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote». La ragazzina svedese ricorda ai potenti del mondo di aver rivolto lo sguardo da un’altra parte, mentre il pianeta sta collassando, e di parlare solo di soldi e di crescita economica. «Dite che ci ascoltate – rivolta ai grandi – ma non capite la situa

zione e continuate a non agire. La mia generazione e quella dei miei figli assorbirà centinaia di miliardi di tonnellate della vostra CO2 dell’aria, con tecnologie quasi inesistenti. È un vero dramma». Le cifre degli scienziati sui  cambiamenti climatici sono impressionanti e non promettono niente di buono: innalzamento degli oceani,  diminuzione delle calotte polari, scioglimento dei ghiacciai, desertificazione delle terre coltivabili, scarsità di acqua potabile. Ma questi numeri sono scomodi per l’opinione pubblica in tutt’altre faccende affaccendata. Le parole di Greta sono taglienti: «Ci state deludendo. Ma i giovani cominciano a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi. E se scegliete di deluderci vi dico che non vi perdoneremo mai». È una invocazione e un grido rivolto agli adulti perché escano dal sonno dogmatico in cui sono sprofondati. Proprio i giovani dicono basta a un mondo costruito sul denaro e sul profitto. I milioni di adolescenti che sono scesi in piazza in ogni Paese