Quali sono i pensieri di un bambino di dieci anni (14 anni ndr)? I giochi, la partita con gli amici, quella bambina con le trecce della classe accanto, la paura del buio, forse. Lui che non ha un nome né un indirizzo di casa, ha l’età di mio nipote, l’età di alcuni bambini della mia scuola.
Cosa pensa un bambino a dieci anni? A quella maglietta alla moda. Alle parolacce che dice o vorrebbe dire. Ai videogiochi. Ai regali di Natale che lo aspettano a casa. Alla partita di basket o di calcetto. Alle figurine che mancano. Alle ingiustizie della maestra. Al sugo della nonna che gli piace tanto.
Qualcuno su una testata giornalistica ha scritto “il ragazzo”, ma a dieci anni non sei un ragazzo, non sei nemmeno un accenno di adolescenza. Niente peli, baffi o cose così. Sei un bambino. E non oso immaginare quali siano stati i suoi di pensieri prima di coricarsi su quel carrello. Disperazione? Solitudine? Speranza?
Avrà avuto una madre, un padre oppure la vita lo avrà messo alla prova da subito? Qualcuno lo avrà avvertito che poteva morire? Nessuna scuola. Nessun gioco. Nessun posto sicuro se non il carrello di un aereo.
Io mi fermo qui. Non riesco ad andare oltre con i pensieri. Non riesco a immaginarmi quale grado di disperazione debba aver avuto. L’hanno chiamato clandestino. Uno di quelli di cui abbiamo paura. Che ci porta via il lavoro. Che rovista nei cassonetti. Che troviamo fuori dai supermercati. Eppure questa vita, magari, era un miraggio.
Cosa sappiamo di lui? Poco. E nessuno lo andrà a trovare nel luogo dove riposa, una bara bianca senza nome. Tra poco ci dimenticheremo tutti di chi è stato. Forse era della Costa d’Avorio. Aveva all’incirca dieci anni. Era nero. E questo conta. Era un bambino, così piccolo da coricarsi un freddo mercoledì di gennaio sul carrello di un aereo. Era solo e cercava di portarsi in salvo. Quanti bambini dovranno ancora morire?
di Penny
L’articolo di Cinzia Pennati (Penny) è stato scritto quando ancora non si conoscevano età e nome del giovane Lorenzo Bartolomeo |