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Arte: Nuvolo e i Bambini

nuvolo e i bambini1Alla Pinacoteca comuna­le di Città di Castello (dove sono già visibili 15 opere donate dalla famiglia del pittore) dal 10 gennaio al 3 aprile 2020 vie­ne presentata la mostra «Nuvolo for Kids», a misura di bambino, organizzata dall’Archivio (www.archivionuvolo.it), con opere che rappresentano il percorso del Maestro tifernate dal 1950 al 2005.Collegato all’esposizione è il pro­getto didattico dallo stesso tito­lo, proposto gratuitamente alle scuole elementari dell’Alto Teve­re (classi I, II, III) dal 10 gennaio al 3 aprile 2020. Dal 3 marzo al 3 aprile, nel periodo di fine labo­ratorio, saranno esposte le opere realizzate dai bambini.Secondo alcuni studi pedagogi­ci, infatti, i bambini fino a otto anni non sono condizionati da ciò che li circonda; la loro età consente una comunicazione senza vincoli né pressioni.

Con­servano una purezza espressiva che solo il tempo offuscherà. Per questo il progetto incentra­to sull’arte di Nuvolo (Città di Castello, 1926 – 2008) è rivolto proprio a loro. Il legame tra Nuvolo e la scuo­la è stretto. L’artista tifernate, diventato professore nei licei artistici, poi docente e diretto­re dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, incoraggiò sempre la libertà di fare arte e la creati­vità. Il lavoro di Nuvolo in que­sto ambito non è solo formale: collaborò con gli istituti tecnici di Città di Castello in materie grafiche e nel 2001 partecipò attivamente all’iniziativa «Mor­rArte», che prevedeva piccole esposizioni presso le scuole ele­mentari del comprensorio ed incontri con gli artisti per ricre­are laboratori didattici.Nuvolo affermava che non si potessero formare gli artisti né insegnare loro a controllare l’e­spressività pittorica; l’unico ser­vizio che il professore poteva rendere era di fornire indicazio­ni - qualora richieste - sull’uso e sulla reperibilità dei materiali da usare per esaltare l’opera. Per­tanto la creatività artistica non dovrebbe mai, in alcun caso, essere influenzata dal mondo esterno.

Le cinque sale dedicate al pro­getto sono così suddivise:- la prima sala è dedicata al labo­ratorio didattico, dove i bambini possono creare i loro elaborati;- tre sale ospitano l’esposizione delle opere del Maestro Nuvolo, allestite a misura di bambino;- l’ultima sala è dedicata - da marzo ad aprile - all’esposizio­ne degli elaborati che i bambini avranno creato durante il labo­ratorio didattico.Il progetto ha come scopo prima­rio quello di incentivare l’espres­sione artistica e la creatività nei bambini; pertanto essi sono li­beri di visitare la mostra come meglio credono, soffermandosi sulle opere che ritengono più af­fascinanti ed evitare quelle che non gradiscono. Non è prevista alcuna visita guidata; i bambini possono ottenere informazioni da una guida d’eccezione: Nu­volo in versione fumetto. Nel laboratorio didattico i bambini hanno a disposizione materiale - carta, cartoncino, matite colo­rate, pennarelli, cere, tempere, pennelli, colla, ritagli di carta e di stoffa, ecc.. - per creare ciò che desiderano.La famiglia del pittore (al secolo Giorgio Ascani) ha anche fonda­to l’Associazione Archivio Nuvo­lo; l’archivio è stato recentemen­te riconosciuto di particolare interesse storico dalla Soprin­tendenza archivistica e biblio­grafica per l’Umbria e le Marche.

nuvoloRicordiamo che Nuvolo si avvi­cinò all’arte già nel 1933, dipin­gendo gli scenari di un teatrino organizzato dai genitori per intrattenere i vicini durante la guerra. Nel 1943, dopo la morte del padre, iniziò a lavorare alle Ferrovie, ma non abbandonò la sua passione, dipingendo sten­dardi per le processioni cittadi­ne, scenografie teatrali e interve­nendo, su commissione di Mons. Cipriani, allora Vescovo di Città di Castello, nelle chiese di Santa Maria delle Grazie e San Dome­nico nell’esecuzione di piccoli decori e restauri.Nel 1944 Giorgio partecipò come partigiano alla Resistenza nella Brigata Proletaria d’Urto “San Faustino”. Per l’imprevedibilità e il silenzio con cui appariva e scompariva tra le colline umbre, gli venne dato il soprannome “Nuvolo”, che lo identificherà per tutta la vita. Nel 1949, in occasione di una personale allestita presso la “Galleria dell’Angelo” di Angelo Baldelli, conobbe il concittadino Alberto Burri, che di lì a breve gli chiese di seguirlo a Roma per aiutarlo in un importante lavo­ro. I due condivisero uno studio in via Margutta fino al 1952. A Roma Nuvolo conobbe anche molti altri artisti, tra cui Colla, Cagli, Mannucci, Villa, con cui nacquero anche profonde ami­cizie.Già nel 1952 Nuvolo iniziò a spe­rimentare la tecnica serigrafica applicata all’arte, creando i suoi primi «unici». Qualche anno dopo fu la volta delle serigrafie per “Arti Visive”, rivista d’arte di­retta da Colla e Villa, e in seguito da suo fratello Ascanio Ascani.Nuvolo si relazionò, nel corso della sua carriera lunga e fecon­da, anche con ricerche e artisti quali Accardi, Turcato, Consa­gra, Fautrier, Marca-Relli, Milla­res, Rotella, Scarpitta, Scialoja e molti altri che ricorsero alla sua perizia nell’ambito della sua atti­vità serigrafica.Tra i collezionisti che elogiarono e acquisirono il suo lavoro ricor­diamo Peggy Guggenheim. Pe­raltro, felice coincidenza storica, l’esposizione «Nuvolo and Post-War Materiality 1950-1965» te­nutasi alla Di Donna Galleries di New York (2017 - 2018) fu curata da Germano Celant, cri­tico d’arte internazionale e già senior curator del Guggenheim Museum di New York.Importante iniziativa volta a promuovere Nuvolo, prodotta dall’Associazione Archivio Nu­volo in collaborazione con 3D Produzioni Milano, è stata la messa in onda nei canali SKY del docu-film Nuvolo Nuntius Celatus in sintonia con la re­trospettiva newyorchese, inte­so come riflessione sull’opera di Nuvolo alla metà degli anni Sessanta (soggetto e regia del tifernate Giuseppe Sterparelli, direzione della fotografia di Lisa Rinzler). L’Associazione ha anche pub­blicato il libro Nuvolo C’ho da fare (Petruzzi editore, settembre 2019) e sta redigendo il catalogo generale dell’opera dell’artista.

di Maria Sensi


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